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ESCLUSIVA MP – Delvecchio (Lecce): “Abbiamo fatto un ottimo lavoro ma non vuol dire che tutto è a posto.”
Le dichiarazioni rilasciate ai nostri microfoni da Gennaro Delvecchio, responsabile del settore giovanile del Lecce
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Dopo l'ottimo scorso campionato concluso ai play off contro la Lazio da esordienti e un buonissimo avvio di stagione, salvo questi ultimi passi falsi che hanno fatto scivolare il Lecce al quarto posto, siamo riusciti a portare ai nostri microfoni Gennaro Delvecchio, responsabile del settore govanile dei salentini e artefice di questo grande andamento deigiallorossi nel campionato di Primavera 2B.
Quando è stato chiamato dal Lecce i salentini venivano da 6 anni di serie C, anni quasi terribili per i settori giovanili perché vengono trascurati. Lei è riuscito, tramite mirati innesti, a rendere la squadra primavera competitiva fin da subito arrivando addirittura in semifinale dei play off grazie anche all’operato di mister Siviglia (tra l’altro portato proprio da lei in panchina). Guardando indietro, c’è qualche scelta che avrebbe rifatto, qualcuna che invece avrebbe evitato e come giudica il suo operato fino ad ora?
"Innanzitutto si, abbiamo avuto molte difficoltà perchè in quegli anni lì il Lecce non aveva le possibilità di fare investimenti mirati, al mio arrivo sono stato fortunato perchè la nuova proprietà ha deciso di aprire un circolo importante fondato sul meglio e a lungo termine, ci tengono veramente tanto a far si che il settore giovanile possa tornare a fare qualcosa di importante. Mi hanno dato la responsabilità di fare delle scelte e quelle che ho fatto le rifarei perchè credo di aver scelto dei grandi uomini sia dal punto di vista professionale che umano."
Anche i risultati infatti stanno parlando.
"Si, si i risultati parlano però nel settore giovanile il fatto di aver fatto qualcosa di buono e subito l'anno scorso può essere un arma a doppio taglio perchè qualcuno può pensare che abbiamo messo a posto tutto ma non è assolutamente così perchè è un percorso che sicuramente ha bisogno di un lavoro certosino e quindi di conseguenza ci vuole molta pazienza. Abbamo subito fatto un buon lavoro ma questo non vuol dire che poi abbiamo messo tutto a posto perchè è un lavoro che come ho già detto prima è a lungo termine e quindi ci vorranno degli anni prima di poter vedere qualcosa di veramente importante e io spero che noi riusciremo ad anticipare qualcosa e spero che qualche ragazzo possa darci addirittura qualche bella sorpresa e che possa subito fare qualcosa di importante prima del dovuto."
Tipo Rimoli o Maselli che stanno facendo molto bene?
"Ma si guarda senza fare nomi perchè poi fondamentalmente i nomi lasciano il tempo che trovano, a questi ragazzi qua dobbiamo trovare delle certezze e far capire che per fare qualcosa di importante bisogna avere una cultura del lavoro che sia tutti i giorni la stessa, noi stiamo lavorando per trasmettere a questi ragazzi una grandissima cultura del lavoro che non può assolutamente prescindere dal lavoro, dal lavoro e dal lavoro."
Questo settore giovanile ha trovato nel recente passato tanti momenti di gloria come i 2 Campionati e le 2 Coppe Italia Primavera, merito di un settore giovanile di tutto rispetto in grado di lanciare ad alti livelli giocatori molto bravi tatticamente come Vucinic, Pellè e Bojinov per fare qualche esempio. Con la promozione in serie B c’è stato un forte interessamento verso questi settori e tanti finanziamenti importanti come la costruzione di un impianto innovativo come il Kick Off. Quali sono gli obiettivi e i piani futuri?
"Gli obiettivi futuri sono quelli di, come abbiamo fatto già da quest'anno in particolar modo, di investire molto sulle fasce basse partendo addirittura da pulcini, cercando di prendere i ragazzi più bravi del territorio già quando hanno 8/9 anni"
Sfruttando anche la possibilità avuta di permettere alla beretti di poter giocare contro le compagini di serie C.
"Quello è stato fatto per preparare i ragazzi che poi non sarebbero stati pronti per affrontare un campionato primavera e quindi ho deciso di fare questa scelta per far si che il processo di maturazione possa essere completo e quindi dare la possibilità di confrontarsi un anno prima dove giocano con giocatori spesso più grandi di loro, quindi è stato un progetto attuato proprio perchè hanno creato un campionato Under 18 disputato solo dalle nove squadre di serie A di ottimo livello e noi non siamo ancora pronti per poter fare questo e quindi stiamo facendo un campionato che funge da preparazione ai ragazzi che tra un anno dovranno fare la primavera."
Usufruendo anche di collaborazioni con le scuole calcio del salento.
"Si, si abbiamo la fortuna di aver nuovamente ricoinvolto abbastana il territorio, cosa che prima obiettivamente sembrava una cosa abbastanza difficile e giorno dopo giorno stiamo cercando di avvicinarci sempre di più alla nostra terra per una condivisione della complicità tale da poterci permettere di poter fare qualcosa insieme per il nostro Lecce, per l'Unione Sportiva Lecce."
Quest’anno la squadra ha dimostrato fin da subito di voler fare sul serio ed è reduce infatti da un grande inizio di campionato come ad esempio la vittoria contro la capolista Ascoli e quella in rimonta contro il Crotone, seppur con qualche scivolone come in queste ultime uscite. Quali potrebbero essere i punti di forza del gruppo e quali i punti su cui si deve ancora lavorare per raggiungere uno standard di efficienza?
"Io penso che sono molti di più i punti su cui dobbiamo lavorare, il fatto di essere partiti subito forti ci ha creato un illusione, la nostra finalità è quello di poter vincere più partite possibili ma non abbiamo l'obiettivo di vincere per forza anche perchè l'anno scorso è stato il primo anno in cui ci siamo affacciati a questo campionato, abbiamo scelto di non tenere i 2000 che abbiamo mandato in prestito nelle squadre dilettanti e quindi non abbiamo costruito una squadra per vincere a tutti i costi ma abbiamo costruito una squadra abbastanza giovane, facendo un gruppo di 2001 e 2002, e abbiamo pensato di formare dei giocatori che possano diventare il serbatoio della prima squadra. Il nostro obiettivo è far crescere i ragazzi nella primavera per poi far si che muovano i primi passi nel campionato dilettantistico e infine prepararli per farli tornare a Lecce."
Diciamo che il Lecce è stato colpito anche da molta sfortuna, reduci gli infortuni come ad esempio la rottura del crociato di Mele.
"Si, noi abbiamo avuto molti infortuni, abbiamo avuto quello di Mele che era un punto fermo della nostra difesa, quello di Tarantino, anche Laraspata ha avuto qualche problemino, poi abbiamo avuto altri 4/5 giocatori infortunati e in più alcuni giocatori sono stati ad allenarsi con la prima squadra per poi tornare all'ultimo momento ovviamente poi condizionando le scelte tecniche."
Spostandoci su larga scala, come vede la situazione dei giovani in Italia? Perché spesso si preferisce un giocatore straniero ad una giovane promessa che dopo aver giocato per tutte le trafile di una squadra magari anche con ottimi risultati si vede cacciato via?
"Questo è l'argomento di cui stiamo parlando nel master che stiamo facendo qui a Coverciano. Il nostro obiettivo è quello di formare i giocatori e prepararli sempre di più ma da quando sono piccoli, creare più ore di allenamento nei bambini fin da quando giocano nei pulcini, fare allenamenti specializzati e investire molto quando i bambini sono piccoli e non bisogna prendere dei ragazzi a 15, 16 o 17 anni che escono da scuole calcio dilettantistiche ma prenderli prima e fare un certo tipo di percorso. Quindi, quello che noi paghiamo oggi rispetto alle altre nazioni europee è che gli altri giocano prima del previsto con i ragazzi giovani. Noi siamo un po indietro e di conseguenza dobbiamo essere bravi a lavorare in anticipo sui ragazzi."
Perché spesso si preferisce un giocatore straniero ad una giovane promessa che dopo aver giocato per tutte le trafile di una squadra magari anche con ottimi risultati si vede cacciato via? In passato una regola vietava ad ogni squadra di possedere un elevato numero di stranieri in rosa e paradossalmente quelli erano gli anni in cui l’Italia ha vinto maggiormente. Se potesse, riporterebbe in vigore questa regola?
"Qualcosa è cambiato, mi sto rendendo conto che le squadre italiane ci stanno mettendo molto più impegno nella formazione e nel fare debuttare i ragazzi un po prima e quindi diciamo che è cambiato e ormai il calcio è fatto per i giovani, della serie che sotto i 30 prima eri un giocatore importante, ora già sulla trentina non lo si è più, quindi abbiamo avuto anche il coraggio di capitalizzare molto sui giovani ed è inevitabile dire che se riuscissimo ad investire meno sui giocatori che arrivano dall'estero che sono tanti, secondo il mio modo di pensare, sarebbe molto meglio perchè così si potrebbe aumentare anche il livello dei noistri nazionali."
Ultimamente il calcio femminile si sta sviluppando sia in Italia, sia nel Mondo, frutto anche dei tanti discorsi sull’uguaglianza dei generi. Lei cosa ne pensa, si dovrebbe puntare di più e conviene investire su questo fenomeno nascente?
"Il fenomeno nascente è in grande ribalta, lo stiamo vedendo. Sta prendendo comunque tanto consenso e questo mi fa piacere, spero tanto che venga dato sostegno al mondo femminile perchè oggettivamente è un calcio che mi piace e che mi diverte e quindi spero che possa raggiungere anche un livello professionistico."
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