Primavera 3
Perugia, mister Formisano: “I miei 30 anni sono un’opportunità. Il debutto di due ragazzi è uno stimolo enorme”
Parla il tecnico della Primavera biancorossa
Il portale Umbria24.it riporta un’interessante intervista ad Alessandro Formisano, allenatore del Perugia Primavera. Soltanto 30 anni di età e 7 alle spalle nel settore giovanile del Benevento, prima del passaggio al Perugia nella scorsa estate.
“Una scelta che rifarei cento volte, conosco la storia del Perugia, e se posso dirlo anche quella della città. Dopo la maturità liceale ho prima frequentato Giurisprudenza e poi Lettere, storia e filosofia. Non ho completato i corsi di laurea, ma lo studio mi ha aiutato molto. A breve terminerò il percorso di Scienze motorie. Dopo qualche campionato nei dilettanti ho capito che come calciatore non avevo futuro e mi sono messo in testa che da grande avrei fatto l’allenatore. Tanti sacrifici sono ripagati dai risultati, dal rapporto con i ragazzi e le famiglie, dall’aver dato alla prima squadra calciatori pronti alla causa, come ad esempio Lunghi e Morina. Prediligo il calcio tedesco, credo nell’autonomia della giocata, nel lasciare al calciatore la libertà di interpretare il momento e decidere”.
Formisano ha proseguito parlando della buona stagione disputata finora dal suo Perugia e dei sogni e delle aspirazioni personali per il futuro:
“La pandemia ci ha ostacolato in tutti i modi, partite rinviate e peripezie a non finire. Fortunatamente struttura e organizzazione sono al top e l’esperienza è positiva a prescindere dal risultato finale. La mia età? Non ho vissuto una giovinezza fatta di divertimento e spensieratezza ma non mi pesa, il calcio è la mia vita. I miei trent’anni non sono un problema, piuttosto un’opportunità. Il debutto di due ragazzi sono uno stimolo per tutti noi: è il segno che il nostro lavoro viene apprezzato. Futuro? Ho un obiettivo preciso dal primo giorno: allenare una squadra importante. Perugia mi sta offrendo la possibilità di far conoscere il mio calcio, i miei allenamenti. Credo nella relazione che un leader riesce a creare con la squadra. E quella non si può raccontare, occorre viverla.
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