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Ledesma, dalla Lazio all’Ascoli: la garra sudamericana per la Primavera

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Cristian Ledesma Ascoli

Negli ultimi anni il campionato di Primavera 2 è diventato una vetrina interessante per molte realtà di provincia, meno blasonate rispetto alle big del massimo campionato giovanile, ma che offrono comunque un ambiente serio e competitivo ai giovani per potersi esprimere al meglio. L’Ascoli non fa eccezione in questa realtà e negli ultimi anni è una presenza in pianta stabile nella zona playoff del girone B, risultati importanti arrivati sotto la gestione di Cristian Ledesma.

Ledesma, la storia da calciatore

Nato a Buenos Aires nel 1982, Ledesma lascia l’Argentina nel 2001 dopo essere stato notato da Pantaleo Corvino, ds del Lecce, all’età di 19 anni. Dopo diverse stagioni nel Salento, Ledesma passa alla Lazio nel 2006, diventandone bandiera e capitano nei nove anni trascorsi in biancoceleste, collezionando 316 presenze e vincendo due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa. Dopo l’avventura nella capitale, Ledesma gioca per diverse squadre in giro per il mondo: Santos e Panathinaikos prima di tornare in Italia con la Ternana, poi una breve esperienza con il Lugano per poi concludere la propria carriera al Pro Piacenza. Di nazionalità italo-argentina, Ledesma riuscirà ad esordire nella nazionale italiana di Prandelli nel 2010 in occasione dell’amichevole contro la Romania nella sua unica partita in Nazionale.

Carriera da allenatore di Ledesma

Dopo un paio di anni passati sulle panchine di diverse squadre dilettantistiche del Lazio, nel 2022 Ledesma diventa tecnico del Frosinone U17, prima di passare l’anno seguente nell’Ascoli, allenando la medesima categoria. Dopo sole 3 partite, Ledesma passa alla panchina della Primavera che guiderà per tutto il resto della stagione nella lotta per un posto nei playoff, ottenuto con il quinto posto in classifica.

Modulo e tattica con l’Ascoli

Nel corso della stagione passata, Ledesma ha alternato con una certa regolarità moduli con la difesa a quattro e moduli con la difesa a tre, dimostrando versatilità e una certa propensione per un calcio più “fluido” senza un rigido schema tattico. La disposizione iniziale più utilizzata è quella del 4-3-1-2 a rombo, seguita da un classico 3-5-2, ma in diverse partite l’allenatore italo-argentino ha optato per
altri moduli quali 4-3-3 e 3-4-3.

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