Vicenza
[FOCUS]- L.R. Vicenza, no Mancini, no problem: il futuro è di Filippo Alessio
Focus dedicato all’attaccante classe 2004 del Lane Rossi Vicenza
Filippo Alessio, oltre ad essere un astro nascente del Lane Rossi Vicenza, è anche molto sfortunato: attaccante classe 2004, è uno dei centravanti più promettenti del calcio italiano, ma non sta ancora ricevendo lo spazio che merita in Azzurro. Nel settore giovanile del Lane ha condiviso l’attacco con Tommaso Mancini, ora alla Juventus Primavera con Nicolò Turco, due compagni di Nazionale di Antonio Raimondo del Bologna. Ma tra Primavera 2a e Serie C, Alessio sta costruendo il suo percorso da calciatore poggiando sulla fiducia della dirigenza biancorossa capitanata dal direttore sportivo Federico Balzaretti.
Larrivey ha indicato la via
In Primavera ci va e non, il posto di Filippo Alessio è ormai in Prima squadra. La retrocessione del Lane Rossi Vicenza dalla Serie B alla Serie C nel play-out contro il Cosenza ha chiuso momentaneamente le porte del grande calcio italiano dalle parti del “Menti”, in un travaso che, in realtà ha portato dei vantaggi a qualcuno. Ora il Vicenza sta raccogliendo i frutti del lavoro degli ultimi anni del settore giovanile, con la Primavera che ha proposto diversi calciatori pronti al calcio professionistico. Il merito lo si riconosce in Lorenzo Simeoni, che dopo una gavetta tra campo e panchina del calcio veneto si è stabilizzato nel settore giovanile del Lane, compiendo la scalata fino alla Primavera. Ora Simeoni è il Responsabile del vivaio, mentre alla guida della U19 quest’anno c’è Dan Thomassen, danese, ex-calciatore tra le altre del Padova. Ma la Prima squadra del Vicenza, prima affidata a Francesco Baldini e ora guidata da Modesto, sta beneficiando ora, in terza divisione, dei calciatori provenienti dal vivaio. Ne sono un esempio Thomas Sandon, Alberto Lattanzio, Alessandro Favero, Tommaso Busatto e lo stesso Alessio, senza contare gli altri ragazzi della cantera biancorossa in prestito tra Serie C e Serie D. Il ds Federico Balzaretti, presente al “Taliercio” nell’ultima gara di Primavera 2a contro il Venezia, osserva con occhio vigile l’operato dietro le quinte e considera i più giovani. Ma se volessimo dipingere in quadro fantasioso della vicenda potremmo riassumerla così, ossia che Alessio e compagnia devono “ringraziare” Joaquìn Larrivey, autore della doppietta che ha condannato il Vicenza alla Serie C e alla rifondazione in quella gara di ritorno dei play-out della passata stagione.
La gavetta del minorenne
Un posto da condividere con Tommaso Mancini in attacco sia con il club che con la Nazionale fino all’anno scorso, ma ora è veramente il momento di Filippo Alessio. Le tre presenze con l’Italia U18 del ct Daniele Franceschini certificano come Alessio sia un calciatore di livello e meritevole di una chance, a prescindere dalla concorrenza nell’attacco azzurro. I numeri della sua stagione parlano chiaro: sempre convocato in Prima squadra (con cui ha già totalizzato tre presenze in Serie B l’anno scorso), ha segnato il suo primo gol tra i grandi in occasione del primo turno di Coppa Italia di Serie C contro la Virtus Verona subentrando dalla panchina. Con la Primavera è sceso in campo tre volte quest’anno, sacrificandosi tra sabato e domenica a servizio del suo club: dopo aver giocato contro il Monza in trasferta è andato in panchina il giorno dopo a Novara e ha fatto lo stesso due settimane dopo tra Alessandria e Renate. Alessio insegue la sua chance per diventare decisivo tra i pro, d’altronde in Primavera ha già sparato le sue cartucce: sono 14 i gol in 29 gettoni con la U19, mentre in U17 ha fatto solamente una toccata e fuga con 9 reti in 11 apparizioni. Con Mancini formava una coppia da sogno nelle categorie giovanili, ma sembra sempre che abbia vissuto all’ombra dell’attuale centravanti della Juventus a livello di attenzione. Meglio così forse, ora il suo momento sta arrivando e il Vicenza lo sa bene: questa estate ha firmato il suo primo contratto da professionista, lui che diventerà maggiorenne solo il giorno della prossima vigilia di Natale.
Killer in smoking bianco
Filippo Alessio viaggia sull’onda delle qualità del centravanti moderno: grande stazza, eccezionale nel gioco spalle alla porta e goleador a servizio dei compagni. Contro il Venezia, ha segnato il gol del definitivo 1-2 dopo aver servito a Parlato l’assist del vantaggio dopo 7′, in una prestazione che ha riassunto perfettamente il prototipo di giocatore che mostra di essere. Dimostra di essere spaventosamente maturo nel saper proteggere e governare il pallone in situazioni di marcatura asfissiante da parte del difensore, sa usare bene il corpo ed è solo un 2004. La differenza tra un buon attaccante delle categorie giovanili e un potenziale crack sta proprio in questo fondamentale, innato sotto certi aspetti. Ed è per questo che Alessio in Prima squadra ci sa stare, è per questo che è un centravanti in grado di far giocare meglio il collettivo. Dulcis in fundo, sa come muoversi in area ed è concreto: la cattiveria fa comunque parte del suo DNA, è un killer vestito con lo smoking bianco. Sorprende per il tipo di calciatore che è, a maggior ragione considerando l’evoluzione comune dei centravanti: il numero 9 è un ruolo esigente nel calcio moderno, la maggior parte dei grandi attaccanti raggiunge la propria maturità più avanti con l’età. Alessio deve ancora farne di strada a livello di calcio che conta, ma le indicazioni sono quelle di un calciatore davvero con le carte in regola per farsi largo nei prossimi anni tra Lane Rossi Vicenza e Nazionale.
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