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Primavera 2a, il paradosso del Venezia: miglior attacco e miglior difesa fuori dai play-off

L’analisi della stagione dei lagunari

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Il progetto Venezia Primavera di Andrea Soncin nasce nel giugno 2021. La prima squadra di Paolo Zanetti ha centrato la promozione in Serie A nei play-off contro il Cittadella, riportando la massima serie in laguna dopo 19 anni. La nomina dell’ex-vice del tecnico di Valdagno sulla panchina dell’U19 e il declassamento di Nicola Marangon nell’U17 arancioneroverde porta con sé una linea guida ben precisa, ossia unire il gruppo della Primavera a quello dei grandi e sviluppare un unico progetto tecnico. A dimostrazione di ciò, c’è il mercato della direttore sportivo Mattia Collauto e del suo team, improntato sull’acquisizione a titolo definitivo di giocatori provenienti da tutto il mondo per centrare gli obiettivi di prima squadra e settore giovanile. Non sono da meno, dunque, gli arrivi per l’U19, con 16 rinforzi da 8 paesi diversi. Al “Taliercio” sbarcano giocatori che hanno debuttato per le rispettive prime squadre e alcuni di questi (Jack de Vries, Damiano Pecile e Issa Bah su tutti) hanno già calcato i campi delle macro competizioni nazionali e non solo.

Il mappamondo in laguna

Con le aspettative e la curiosità al massimo inizia il campionato Primavera 2a del Venezia, che fino alla gara contro il Vicenza giocherà le partite interne lontano dal “Taliercio”  e sarà accolto a Campagna Lupia. La prima gara contro la Cremonese offre un impatto chiaro di un aspetto unico nel suo genere in un campionato giovanile: in campo si parlano tre o quattro lingue. La coppia centrale è francese, de Vries e Pecile comunicano in inglese, mentre gli scandinavi si danno indicazioni quasi sottovoce. Soncin ha già preso dimestichezza con l’inglese, mentre gli italiani presenti in campo se la cavano con la lingua madre. Sarà una curiosa costante di tutta la stagione, impreziosita dalle simpatiche proteste nei confronti dei direttori di gara del lusitano Afonso Peixoto in portoghese, con tempi comici e teatralità che farebbero impallidire qualsiasi cabarettista. L’inizio non è entusiasmante, 0-0 contro i grigiorossi e segno X che si ripeterà per altre cinque volte nel corso del girone di andata anche contro Cittadella, Pordenone, Alessandria e Como, pareggi che si riveleranno fatali per la corsa play-off finale. Le uniche vittorie della prima parte di stagione contro Virtus Entella (1-7), Reggiana (7-0) e Vicenza (5-0) lasciano intravedere uno spiraglio di potenza di fuoco del gruppo di Soncin. La sconfitta all’ultimo minuto contro la Cremonese nella prima giornata del girone di ritorno allontana i leoncini di 9 punti dalla quinta piazza, l’ultima valida per l’accesso alle fasi finali, con gli scontri diretti a sfavore nel duello contro la squadra di Elia Pavesi

Il fiore che sboccia

Difficile non descrivere la risalita dei lagunari come eroica di lì in poi, ciò che è certo è che Soncin trova la chiave tattica: passaggio alla difesa a 3, blindata dai francesi Remy-Baudouin-Makadji, con la “RBV” che diventa la retroguardia più impenetrabile del campionato e chiuderà la stagione con solo 21 gol subiti, di cui 5 nelle ultime 11 gare. Il pacchetto arretrato transalpino è straordinariamente efficiente nell’alzare il baricentro e consentire la spinta degli esterni Peixoto, Palsson e Jonsson, favorendo l’impostazione ai maestri della categoria Pecile e de Vries, con gli inserimenti dei tergiversanti Leal e Perissinotto. Sandberg militarizza la mediana, mentre Mikaelsson trova con costanza la maglia numero 9 a discapito di Issa Bah e Daniel Fossati, che diventano armi a gara in corso. Il Venezia diventa una vera e propria macchina da guerra in grado di infilare 9 vittorie nelle successive 11 partite, con ben 34 gol all’attivo. 3-0 all’Entella, 2-0 al Brescia, 4-0 ai futuri campioni dell’Udinese e 0-4 a Parma. Un ritmo fuori categoria che non viene certificato del tutto dalla classifica, che appare sempre di più come il paradosso di Achille e la tartaruga di Zenone. I giovani arancioneroverdi arrivano alla terzultima giornata dopo 8 vittorie di fila con il proprio destino in mano e la gara contro il Monza da disputare in casa. In una gara sporca con un Venezia sotto il proprio ritmo passa il Monza per 0-1 dopo uno sfortunato tocco nella porta sbagliata di Sandberg, con i brianzoli che portano la massima posta in palio a casa senza aver mai concluso nello specchio della porta. A quel punto a nulla serve il poker turbinante rifilato a Collecchio contro il Parma e l’ultima giornata propone un turno che non sembra poter portare grosse sorprese: vincono tutte, tranne il Venezia che perde a Como, ma che in caso di vittoria sarebbe comunque rimasto fuori dai play-off arrivando a pari punti con la Cremonese per colpa di quel maledetto gol subito all’ultimo in Lombardia e per quei pareggi collezionati nel girone di andata. E’ un finale amaro, ma non un fallimento.

Non solo mugugni

Se il succo dello sport è la competizione e il risultato, allora si può considerare insufficiente la stagione del Venezia Primavera 2021-2022. Occorre, però, discernere quanto ottenuto da ciò che è stato effettivamente meritato e, soprattutto, analizzare il percorso della squadra nell’arco dell’annata. Perché certamente il progetto ambizioso della dirigenza arancioneroverde portava a pensare quanto fosse importante giungere da subito ai vertici del calcio giovanile anche l’U19, ma è opportuno ricordare che la crescita del singolo è il fattore determinante per la valutazione di una squadra del vivaio. Non era facile per Soncin unire un gruppo proveniente da otto paesi diversi sotto la stessa campana e trovare la chiave per far remare tutti dalla stessa parte, tanto più in un campionato a 13 squadre con 26 gare a disposizione più la Coppa Italia. Il Venezia nella scorsa stagione era nel lotto delle squadre più deboli del Primavera 2a. Aver portato, dunque, una realtà di questo tipo a confrontarsi con piazze ben più sviluppate a livello progettuale per il settore giovanile resta una nota d’onore. Così come è chiara la valorizzazione di tutti i prospetti del 2003 e 2004 nel corso della stagione, a partire dai pochi giocatori provenienti dal vivaio. Il cambio tattico nel girone di ritorno ha dato benefici netti ai difensori, ha portato i centrocampisti a compiti più probanti e adatti alle loro caratteristiche, ha esaltato gli esterni e sublimato la qualità degli attaccanti. Ed è altrettanto lapalissiano come la trasformazione sia frutto di lavoro, coraggio e idee. Dall’anno prossimo il campionato Primavera 2a sarà ampliato a 16 squadre e ci sarà, dunque, la possibilità per tutti di intraprendere un sentiero che possa garantire risultati più fruttuosi a lungo termine, con lo stesso Soncin che sarà chiamato a raccogliere i prodotti dell’U17 per sviluppare un progetto nuovo. Verranno maggiormente coinvolti i 2004 e ci auguriamo che in laguna arrivino altri prospetti che possano arricchire la rosa della Primavera e non solo. Gli esordi di de Vries e Issa Bah in prima squadra sono altri segnali di continuità e di unione di intenti, così come le convocazioni di Lazar, Makadji, Palsson, Pecile e Mozzo sono note liete per la crescita globale. Ma ci sarà tempo per sviscerare l’annata dei prospetti lagunari per bene.

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