Primavera 2A
Bologna, la cavalcata perfetta che ha portato al double: Viareggio Cup e promozione
BOLOGNA CAMPIONE
“Bologna Bologna, Bologna campione” recitava Dino Sarti in una sua famosa canzone. Versi che negli ultimi anni a Bologna hanno rappresentato il ricordo di una squadra che vive, ormai, soltanto nelle memorie storiche dei cittadini. Quando nel ’67 il Bologna alzava il Trofeo di Viareggio, tre anni prima si era laureato campione d’Italia ed era conosciuto da tutti come “Lo squadrone che tremare il mondo fa”. A pensare la stessa cosa oggi, ci si farebbe una bella risata, ma a Bologna la storia si respira in ogni angolo, e questo profumo che sa un po’ di mattone e un po’ di friggione, ha fatto innamorare Joey Saputo di questa città, facendogli venire voglia di riscrivere una nuova storia.
LA STAGIONE
Per riscrivere la storia, si sa, bisogna vincere, e per vincere bisogna essere dei vincenti. Concetto che dal 26 Settembre 2018 sembra essere entrato ben in testa alla Primavera rossoblù, poiché da quella data non hanno più perso una singola partita.
Il Bologna ha cominciato la stagione con due sconfitte e un pareggio nelle prime tre partite, una fase di assestamento, tipica di chi si deve riprendere da un brutto periodo, o in questo caso da una retrocessione. Poi, una scintilla. Con la Cremonese, il Bologna trova una vittoria che dà alla squadra la consapevolezza nei propri mezzi e il turno successivo, a Padova, dilaga per 1-4.
E non si ferma più. I meccanismi oliati da Troise funzionano come una macchina perfetta, capace di dieci vittorie consecutive che portano il primato in classifica in Primavera 2A, coronato dal successo fuori casa contro i rivali della Spal, nemesi del Bologna nonché prima contendente alla promozione. Ma uno sforzo così grande comporta logicamente anche un cambio di gomme; i rossoblù decidono di giocarsi il pit stop con i pareggi con Brescia e Cremonese. Poi ripartono, rallentano, riaccelerano e rifiatano, collezionando tre vittorie e due pareggi nelle partite prima della Viareggio Cup.
Ma che ci fa una squadra di Primavera 2 al prestigioso Torneo di Viareggio? I rossoblù vengono invitati come club storico, ma nella parola storico riecheggia un passato che ormai non c’è più. Un passato che il Bologna trasforma in presente. Ai bolognesi puoi toccare tutto, tranne che la cucina e la loro gloriosa storia. La mentalità vincente risveglia nei ragazzi di Troise un orgoglio che va oltre ogni limite, di chi non si vuole sentire secondo a nessuno, di chi quel “2” in Primavera 2 vorrebbe bruciarlo e farlo sparire per sempre. Le prime tre partite sono la vittoria di tutto il gruppo, di un ricambio continuo di giocatori che hanno in testa lo stesso obiettivo: vincere. Nella fase ad eliminazione diretta, il Bologna sfida tre squadre europee in tre partite da un sapore vintage che ricordano i tempi della Coppa Uefa di Carlo Nervo e Beppe Signori. Il Bologna si accende e supera i tre ostacoli con un balzo che nessuno pensava fosse in grado di fare.
Arriva, quindi, il giorno della finale: l’ultima finale della società era stata quella del playoff di serie B 2014-2015, vinta per ritornare in Serie A. Ma a Bologna non si vince un bel trofeo da anni ormai, e forse ci si è dimenticati come si fa. Infatti, il Genoa, passa in vantaggio con una prodezza di Bianchi Jr. e per i felsinei sembra sfumare il sogno, ma come dice il proverbio, la fortuna aiuta gli audaci… Ed è proprio la dea bendata a deviare impercettibilmente il cross allo scadere di Cossalter e a portarli ai rigori. Stavolta Cossalter dal dischetto colpisce in pieno la traversa, ma il resto del gruppo gli copre le spalle e diventa perfetto dagli undici metri. Fantoni para il destro di Petrovic ed il Bologna è campione della 71esima Viareggio Cup.
In città torna un entusiasmo che non si vedeva da anni, alimentato anche dalla promozione della Fortitudo Basket in A1, ed è il segreto che aiuta il Bologna a finire in testa il campionato e conquistare una Primavera1 che ha dimostrato largamente di meritare. Bologna-Spezia termina 4-1, con prestazione devastante degli stanchissimi titolari che compiono l’ultimo sforzo e festeggiano il double giovanile. I complimenti se li prendono da tutto il Dall’Ara nella partita interna col Sassuolo, poi da Saputo che festeggia con i ragazzi la promozione. Una grande soddisfazione per una città che vuole tornare a scrivere la storia con ragazzi a cui scorre sangue rossoblù.
I PROTAGONISTI
E’ inutile nascondere come rosa lunga e giocatori chiave per ogni reparto siano stati la forza di questo gruppo. Troise ha infuso la mentalità vincente e ha trasformato la squadra con piccole ma decisive mosse.
Mazza ha preso in mano le chiavi della squadra e ad inizio stagione è stato reinventato vertice basso del centrocampo, dopo alcuni campionati da mezzala. Mossa vincente che ha regalato al capitano 10 reti e 7 assist in stagione, numeri da capogiro per un centrocampista, conditi sempre da prestazioni da leader.
Visconti diventa una mezz’ala atipica: la facilità di corsa e di inserimento di un esterno d’attacco vengono posizionate tra i tre di centrocampo, creando un’inarrestabile contropiedista con perfetti tempi di gioco offensivi.
Corbo è una chicca per il campionato cadetto: piedi da centrocampista intrappolati nel corpo di un difensore veterano, personalità da vendere che trasmesso a tutti i suoi compagni di reparto, Cassandro in primis. Il risultato? Miglior difesa del campionato.
Infine, il ricambio offensivo, degno di una squadra con il piglio della grande: in avanti giocano tutti nonostante tre posti: Stanzani e Rabbi i leader tecnici, Cossalter capocannoniere del Viareggio, Krastev e Nivokazi due mostri di fisicità supportati dalla tecnica e i muscoli di Koutsoupias, la velocità di Uhunamure e gli spunti degli abili Farinelli Soldati e Ruffo Luci. E chi più ne ha più ne metta, con Valencia esordiente in Serie A, solo la ciliegina sulla torta che ha avuto a disposizione Troise con la quale ha creato un attacco da 46 gol in 21 partite.
IDENTITÀ
Ma come si fa a spiegare a dei ragazzi di 18 anni che cosa vogliono dire i colori rossoblù? Niente paura, ci pensa uno staff che lo scudetto del Bologna ce l’ha cucito addosso. 366 presenze in questi colori tra Pagliuca, el Ruso Pérez e Troise, i quali hanno saputo spiegare alla perfezione che cosa vuol dire vivere per questa città e per questi colori. Per Pagliuca, che ha trasformato Fantoni nel miglior portiere del Viareggio, il compito di dimostrare cosa significa Bologna per un bolognese, a Troise quello di spiegare che cos’è Bologna per chi si trasferisce dal Sud in questa città per poi non andarsene più e al Ruso Pérez quello di dimostrare che potrai anche essere un eroe nella tua patria, ma che Bologna sarà sempre casa tua e dei tuoi figli.
Messaggio recepito, divulgato soprattutto da Mazza, Rabbi e Barnabà, che a Bologna ci sono nati e nel settore giovanile rossoblù ci sono arrivati nella Scuola Calcio, conquistando con l’orgoglio e col cuore i grandi obiettivi che Saputo vorrebbe conquistare anche con i grandi. E chissà che un domani Bologna non diventi grande nel mondo grazie a chi in questa città ci è nato…
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