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Primavera 1

ESCLUSIVA – Sammarco: “In Italia ci sono tanti giovani di talento, serve solo il coraggio di lanciarli “

Paolo Sammarco, allenatore dell’Hellas Verona, ha parlato delle riforme del campionato Primavera 1 e dei giovani talenti in Italia.

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Sammarco Hellas Verona

Dalla chiacchierata sul mondo Hellas Verona a una più generale, parlando del campionato Primavera e dei giovani. Con Paolo Sammarco si è fatto un po’ di parallelismo con il calcio giovanile ai suoi tempi rispetto a quelli attuali. Cosa è cambiato e come, soprattutto, poi l’importanza dell’aspetto psicologico dovendosi rapportare con ragazzi giovanissimi. Un’intervista per capire i pensieri a 360 gradi del tecnico degli scaligeri fino ad arrivare a capire cosa manca all’Italia per avere sempre più talenti in prima squadra. Di seguito le sue parole ai nostri microfoni.

L’ESCLUSIVA A SAMMARCO SUL MONDO HELLAS VERONA

Primavera 1, Sammarco e i giovani: “In Italia il talento c’è”

Cos’è cambiato in questi anni nel calcio giovanile, rispetto anche ai suoi tempi?

“Rispetto a qualche anno fa intanto non c’era questo seguito. Non se ne parlava, io giocavo nella Primavera del Milan ma non mi sentivo giocatore. Ho iniziato a esserlo nel mio piccolo quando sono andato alla Viterbese in C. Finché ero in Primavera l’ho sempre vissuto come divertimento, invece ora i ragazzi sono molto seguiti. Difficile dire se questo sia un bene o un male, dipende molto da loro, dalle famiglie e dall’approccio verso questo sport. La cosa fondamentale che devono sapere è che in pochi ce la fanno, per questo la devono vivere a 360 grandi con grande passione, voglia di fare però senza porsi obiettivi a lungo termine”.

Ultimamente si parla spesso dell’aspetto mentale e psicologico, sotto questo punto di vista allenare una Primavera è più complicato?

“Il nostro è l’ultimo step prima dei grandi ma è comunque un campionato competitivo dove o si vince o si retrocede. È veramente borderline perché nel gruppo ci sono ragazzi dell’U17 che magari giocano pochi minuti, stranieri che sono lontano da casa. Noi come staff proviamo a parlarci nel momento del bisogno, gli stiamo vicino, gli esortiamo a non mollare… Io da allenatore cerco di dire quello che penso, questo mi è rimasto dai tempi da calciatore, non voglio prendere in giro nessuno. Cerco di essere diretto sempre nel rispetto dei ragazzi, poi non è detto non possa cambiare idea rispetto alle decisioni prese. Questa è una responsabilità importante secondo me. Rispetto ai miei tempi lo staff si è allargato, prima erano 3-4 ora almeno 10. Sono un aiuto anche per me e anche per il gruppo”.

Negli ultimi anni nel Primavera ci sono state diverse riforme: promozioni, retrocessioni, aumento dell’età. Cosa ne pensa? Ci sono aspetti negativi e altri positivi…

“È quelle che pensiamo un po’ tutti. Ma io credo sia comunque positivo perché i ragazzi devono essere pronti alla competizione e a gestire le sconfitte. Sicuramente questo è un aspetto positivo. A me piace arrivare al risultato attraverso una prestazione di coraggio, per questo non avete mai visto la squadra fare le barricate per arrivare a fare il punto…. Gli facciamo arrivare il messaggio che dobbiamo fare i punti, ma comunque attraverso un lavoro propositivo e così facendo riusciamo a far crescere i ragazzi sotto tutti i punti di vista”.

Da tempo ormai si parla di giovani, dei problemi in Italia a farli crescere… Ma ci sono davvero i talenti?

“Credo che i giovani bravi in Italia ci siano. La dimostrazione è che tutte le selezioni stanno raccogliendo risultato importanti dall’U17 con l’Europeo fino all’U19 e U20 con il secondo posto al Mondiale. Non abbiamo niente da invidiare alle altre nazioni perché lavoriamo bene a livello di settore giovanile. I ragazzi sono pronti probabilmente manca un po’ coraggio”. 

Si ringrazia l’Hellas Verona per la concessione dell’intervista e per le foto

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