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Torino, Cairo: “U23? Ci penso. Possono cambiare calcio italiano”

Le parole del presidente del Torino

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Negli ultimi mesi si è parlato spesso e tanto del capitolo relativo alle squadre U23. In Italia la società apripista è stata la Juventus che nel 2018 ha creato una propria seconda squadra. Quest’anno anche l’Atalanta ha deciso di creare una propria U23, aggiungendosi quindi ai bianconeri. Un progetto difficile ma che può portare ai degli importanti risultati a lungo termine. Abbandonate le perplessità iniziali, anche altre società starebbero pensando di aderire. 

Urbano Cairo presidente Torino

Urbano Cairo

Torino, Cairo promuove l’U23

L’ultima società che starebbe pensando all’U23 è il Torino. A dirlo non è una persona qualunque, bensì il patron del club granata Urbano Cairo che, a margine dell’assemblea della Lega Serie A, ha parlato dei giovani e dei benefici portati dalle seconde squadre. “In Francia hanno il Decreto Crescita e gli extracomunitari praticamente liberi, eppure la Nazionale di Deschamps ha vinto il Mondiale e l’anno dopo è arrivata in finale. Il tema è organizzarci in modo tale da riportare in alto il calcio italiano. Non capisco perché lo si voglia penalizzare, visto il business e la liquidità che porta. Poi noi investiamo sugli italiani… Anche io per esempio sto pensando all’Under 23, che rappresenta un bel prosieguo post Primavera e giovanili varie. Se hai la tua squadra, ti fai crescere i tuoi talenti in casa senza dover pagare altri club”. Un opinione diversa rispetto a quella dello scorso anno, con Urbano Cairo che infatti aveva espresso delle perplessità sul progetto U23.

Seconde squadre, l’esempio Juve: il progetto funziona

Scavare un solco, prendere una direzione e portarla avanti. La Juventus è stata lungimirante nel 2018 nel decidere di creare la seconda squadra. A distanza di anni, se andassimo a snocciolare i numeri del progetto, si tirerebbero fuori soltanto dati positivi. Tanti i giovani che sono cresciuti in Serie C e hanno fatto lo step successivo: qualcuno è rimasto agli ordini di Allegri (Miretti, Iling, Huijsen, Yildiz, Nonge), altri hanno fatto un percorso in prestito (Nicolussi Caviglia, Cambiaso), altri ci sono tuttora (Soulé, Barrenechea, Kaio Jorge) e tanti altri sono ora in Serie B (Pecorino, Compagnon, Sekulov). Tanti nomi finiti nell’occhio del mercato perché questi ragazzi oggi costituiscono un patrimonio. Il loro valore è cresciuto avendo avuto la possibilità di giocare, sbagliare e crescere nel calcio dei grandi. Ognuno di loro con il suo percorso, step by step. Da qui anche l’Atalanta ha pensato e iniziato a creare la sua U23…. e potrebbero non essere le sole. 

 

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