Sassuolo
Sassuolo, ecco come Bigica ha annullato Inter e Atalanta
La lavagna tattica e le scelte in fase di non possesso dell’allenatore pugliese
A sorpresa, contro ogni pronostico, il Sassuolo di Emiliano Bigica è in finale scudetto. Sin dalla vigilia dei playoff erano veramente in pochi quelli che avrebbero scommesso anche un solo nichelino sulla squadra neroverde. Eppure dopo una stagione non brillante dal punto di vista difensivo la squadra emiliana è diventata una vera e propria corazzata, concedendo a due squadre brillanti come Inter e Atalanta praticamente zero occasioni da rete, al di fuori della disattenzione di ieri al 93′ con la qualificazione ormai in tasca. Rivoluzione tattica? No. Il mister in questa stagione ha lavorato tanto sotto il punto di vista mentale e comportamentale della squadra, e a vedere da come si muovono in campo i giocatori il suo lavoro è stato eccezionale.
A lezione da Thiago Motta
A primo impatto, nel modulo schierato in campo da Bigica, si nota subito una falla, ovvero il “buco” lasciato nella zona offensiva sul lato destro del campo. Ma dove avevamo già visto questa situazione? Era un Roma-Bologna di un mese fa, con i rossoblù corsari in terra romana al termine della sfida con il risultato di 1-3. Nel secondo gol emiliano è stato lampante come lo stesso spazio venga attaccato nell’ordine da tre giocatori diversi nel giro di un trentina di secondi, ovvero Aebischer, Zirkzee ed El Hazzouzi. Nel suo piccolo il tecnico pugliese ha provato, con successo, a riportarlo in un realtà diversa, quel “buco” di cui parlavamo prima viene continuamente invaso da Cinquegrano, Kumi e Bruno.
Attraverso questo schema Il Sassuolo crea una situazione di superiorità numerica al centro del campo. Nella foto successiva si può ben notare come il raddoppio di marcatura del numero 14 nerazzurro Berenbruch su Cinquegrano (2 neroverde) e il contemporaneo scivolamento di Stankovic (4) su Kumi (8) lasci Kevin Bruno (21 neroverde) e Kevin Leone (10 neroverde) liberi di agire come credono, ovvero se aspettare la sfera al limite o attaccare l’area piccola. In questa situazione Stante (15) si ritrova costantemente 2 contro 1, a prescindere da chi decida di sfruttare lo spazio e chi attendere.
La fase difensiva
Oltre ad una eccellente gestione della fase d’attacco il Sassuolo ha difeso a denti stretti e con grande tenacia, rendendo praticamente vani i tentativi avversari di provare a fare gol. Come si può vedere in foto è impressionante il sacrificio e la corsa che mettono a disposizione le mezzali, ovvero Kumi e Leone. Il capitano neroverde è costantemente chiamato alla pressione senza possesso palla e allo stesso tempo a gestire la marcatura, a scalare, di due giocatori. Dall’altro lato invece si nota la strepitosa prestazione di Kevin Leone, il motorino di centrocampo addetto al continuo raddoppio di marcatura sul portatore di palla. Russo ha il compito di portare la prima pressione, fase in cui, con l’aiuto di Bruno, in molte situazioni ha impedito a Stankovic di poter giocare liberamente la sfera, mentre i terzini vengono lasciati a uomo contro uomo sugli esterni. Al centro invece la “gabbia” su Sarr (contro l’Atalanta il malcapitato fu Vlahovic), con i due centrali che non hanno permesso alla punta nerazzurra di sfiorare mezzo pallone e Lopes (18) che alternava la preventiva sul numero 9 con il supporto a Kumi in fase di costruzione e pressione senza palla. Una prestazione di gruppo clamorosa, che ha lasciato spiazzate due squadre che fino a quel momento avevano dimostrato di esprimere buon calcio e buona competitività. Dunque Chapeau a Emiliano Bigica e al Sassuolo!
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