Sassuolo
Falasca, storie di ex… Roma: il terzino pronto allo sgambetto
Prima finale contro il suo passato per il prodotto delle giovanili giallorosse
Venerdì 31 maggio 2024 nel destino per Roma e Sassuolo: per entrambe sarebbe il coronamento di un anno incredibile, ma sotto aspetti diversi. Bigica cerca l’ennesima impresa, dopo aver estromesso dai playoff corazzate come Atalanta e Inter: la vittoria in finale contro i giallorossi farebbe assumere alla cavalcata Scudetto conformazioni da mito. Per Guidi invece è la chiusura di un cerchio partito da lontano, da quel giugno 2022 in cui con coraggio ha raccolto l’eredità di una leggenda vivente come Alberto De Rossi. E’ una sfida che invece intreccia passato e presente per Matteo Falasca, terzino sinistro al suo primo anno con il Sassuolo dopo aver concluso la parentesi con le giovanili della Roma.
Quanto costa lasciare casa
Romano di origine e di attitudine, Matteo Falasca è l’esempio chiaro e limpido di come il duro lavoro abbatta le barriere della distanza, della lontananza da quella che per anni è stata casa tua. Lontano dai cancelli di Trigoria per la prima volta nella sua carriera, il laterale mancino ha trovato risorse mentali forse impensabili, mandando agli archivi una stagione più che convincente. Oltre alle conferme sulle sue qualità in progressione e nella partecipazione alla proposta offensiva, il classe 2004 stupisce per la capacità di scegliere costantemente la giocata più giusta. Mette a referto gli stessi numeri della stagione precedente passata agli ordini di Guidi (29 presenze condite da 1 gol e 2 assist decisivi, uno per impattare 2-2 nella trasferta contro la Sampdoria, l’altro per guidare la prepotente rimonta nel 6-3 interno contro il Torino). I risultati però sono radicalmente opposti: nella capitale la rincorsa nei playoff si ferma ancor prima di poter scalare dalla seconda alla terza marcia, perché la Roma esce subito contro la Fiorentina. In Emilia invece sta maturando una cavalcata da underdog, che ha spazzato via i pregiudizi e ha staccato il pass per la finale scudetto. La sliding door ora è tutta davanti a sé: venerdì c’è il primo appuntamento con la storia, dove capiremo se il terzino sarà vittima del suo passato o carnefice dei suoi ex compagni. Tanto per mettere pepe ad una partita che di suo ha un carico emotivo pazzesco.
Il Sassuolo sembra una squadra in missione
Prendiamo in prestito una frase, che si usa tradizionalmente nel gergo cestistico per indicare un giocatore che è colto da uno stato simile ad onnipotenza, in cui tutto gli riesce alla perfezione. Ebbene, il Dr. Frankenstein che risponde al nome di Emiliano Bigica ha modellato una creatura che sembra in missione verso qualcosa di epocale. Una squadra a dir poco cinematografica, che usa l’espediente della sovversione delle aspettative praticamente dall’inizio della campagna playoff: sbattuta fuori l’Atalanta con un capolavoro di attenzione e killer instinct, il Sassuolo ha invitato l’Inter ad un ballo con la morte. L’epilogo da lunedì è chiaro a tutti: sfatando ogni pronostico, i neroverdi hanno demineralizzato una squadra che faceva del dominio del gioco una delle sue caratteristiche fondanti, spazzando via Stankovic e compagni con un secco 1-3. Alle porte della finale Scudetto si presenta anche la Roma, al termine di un altro capitolo iconico di quella stranissima partita che risponde al nome di derby: due volte sotto, i giallorossi hanno risorse mentali e tecniche per ribaltare il risultato, con la rovesciata fuori di testa di Alessio a mettere la firma su un capolavoro di tensione e concetti di gioco. Insomma, da una parte Bigica è alla caccia del primo trofeo con gli emiliani, mentre Guidi vuole completare il tridente con i giallorossi (all’appello infatti manca soltanto il campionato, da aggiungere alla Coppa Italia della scorsa stagione e alla Supercoppa di quest’anno).
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