Roma
Roma-Inter, le pagelle dei giallorossi: Vicario illude i suoi, Cassano dà energia dalla panchina
Le pagelle dei ragazzi di De Rossi
Mastrantonio 6: sessanta minuti da spettatore non pagante, il che non aiuta quando viene chiamato in causa per costruire le azioni con i piedi; ciò si traduce in qualche errore di troppo in fase di impostazione. Bucato dal colpo di testa di Casadei, si rifà su Iliev nel primo tempo supplementare, prima di capitolare su un altro guizzo del 10 bulgaro.
Ndiaye 6,5: un nome, una garanzia con un primo tempo granitico, dalle sue parti se passa il pallone è solo per arrivare innocuo tra le braccia di Mastrantonio. Senza dubbio il leader del reparto, che guida i compagni e li aiuta ad esprimersi ad alti livelli con un lavoro quasi impeccabile di lettura difensiva. Qualche difficoltà in più nella ripresa, specialmente dopo l’ingresso di Iliev. Allo scadere dei 90′ ha anche il pallone del match point, ma lo calcia largo. Cala di prestazione nei supplementari, quando lo spettro della fatica gli si fionda addosso.
Vicario 7: ancora lui, la variabile impazzita, il protagonista che non ti aspetti e che sale nuovamente in cattedra. Prende l’ascensore su un calcio d’angolo dalla destra e fredda Rovida. Gol che potrebbe direzionare la finale, ma diventa solo una beffarda illusione per i giallorossi. La magia nasce con la sua incornata e svanisce sul suo sinistro, che al 115′ si schianta sulla traversa.
Feratovic 5,5: sceglie di adottare le maniere forti fin da subito, per mettere in chiaro subito le cose e farsi rispettare. Questo però lo porta a spendere un cartellino già nei primi quaranta minuti, non il massimo per un difensore centrale che deve tenere d’occhio gli inserimenti di attaccanti rapidi e furbi come quelli dell’Inter. Per questo motivo, De Rossi decide di non rischiare e lo chiama fuori alla fine della prima frazione. Dal 45′ Keramitsis 5,5: in ritardo sull’inserimento di Casadei che costa il gol del pareggio. In generale, approccio alla partita rivedibile che lo condiziona anche nei supplementari.
Simone Pafundi, il classe 2006 convocato da Mancini
Missori 6,5: prestazione di voglia e dinamismo. Attacca la fascia con grande puntualità, costringendo spesso Carboni alla fase difensiva.
Faticanti 6: ha sempre le idee chiare, che si tratti di costruire o provare a concludere le azioni si fa vedere costantemente.
Tripi 6,5: si cala nella parte come un grandissimo attore del centrocampo giallorosso; sebbene non nasca come mediano, fornisce tanta quantità e tanto agonismo. Esce piegato sulle gambe nel primo tempo supplementare, concludendo la sua stagione con la consapevolezza di essere cresciuto tantissimo nella duttilità in campo. Dal 102′ Cassano 7: linfa vitale per la Roma nell’extra-time. Ravviva una squadra anemica, con la sua imprevedibilità e rapidità tra le linee.
Rocchetti 6: accusa la stanchezza dovuta ad ottanta minuti corposi, di tenacia, ma abbandona il campo solo perché costretto dal cambio; fosse per lui e per la sua forza di volontà, avrebbe giocato anche i supplementari.
Volpato 6: inizia con la quarta marcia inserita, per poi concludere la prima frazione in calando. Poi, nella ripresa arriva la giocata: compasso aperto e pennallata da artista fiammingo per la testa di Vicario. Anche in una partita con troppe luci e poche ombre, quando il 10 decide di salire di colpi la Roma si fa più pericolosa. Dal 77′ Pagano 6: i primi dieci minuti servono come ambientamento, per adattarsi alla fisicità dei centrali avversari. Quando volta pagina e si scrolla di dosso la tensione, lotta come un forsennato su ogni possesso. Spaventa due volte Rovida tra il primo e il secondo tempo supplementare, con due conclusioni che terminano di poco a lato.
Cherubini 5,5: in avvio di gara trova buoni spunti, poi si perde nella selva delle maglie difensive avversarie. Dal 45′ Tahirovic 6: si alza dalla panchina con la testa giusta, agonismo e qualità nello stretto le chiavi per prendere il comando del centrocampo.
Satriano 5,5: l’impegno c’è sempre, manca però il guizzo da campione, che avrebbe potuto aiutare un reparto offensivo spesso troppo spento.
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