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Brevi consiglia il Napoli: “Popovic ha tutto per diventare grande”

Le parole del tecnico del Monza Primavera

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Oscar Brevi

Oscar Brevi, allenatore della Primavera del Monza, ha parlato durante il programma “Bordocampo – Il Tempo”, in onda su Radio Capri, riguardo alle potenzialità di Matija Popovic. Il giovane serbo, nato nel 2006 in Germania, ha trascorso la seconda parte della scorsa stagione con la maglia dei brianzoli e adesso si appresta a vivere la sua prima annata con il Napoli. Il tecnico Brevi, che lo ha avuto a disposizione in biancorosso – dove è stato confermato per un’altra stagione in panchina -, ne ha parlato delineandone le prospettive future nella squadra azzurra.

Le parole di Brevi su Popovic: ruolo e caratteristiche

“Non l’ho allenato tantissimo perché sono arrivato verso la fine di marzo al Monza Primavera, ma da quello che ho potuto vedere ha grandi potenzialità. È un giocatore di struttura ed è rapido pur essendo 193 centimetri. È bravo con entrambi i piedi, ha gamba e ha forza, quando deve attaccare lo spazio lo fa e lo fa bene. Ha tutte le qualità e potenzialità per diventare un grande giocatore. Secondo me però deve ancora entrare nella mentalità del dover rincorrere. Nel calcio moderno anche gli attaccanti devono imparare a pressare e sono i primi a farlo. Sotto questo aspetto deve crescere ma essendo un 2006 ha ancora grandi margini di miglioramento. Gli ho parlato e lui si sente più una punta esterna. Secondo me però viste le sue qualità e caratteristiche può fare anche il trequartista o la seconda punta. È un giocatore eclettico e può specializzarsi come trequartista, oltre che come come esterno o seconda punta”. 

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Il Monza Primavera di Brevi perderà Popovic, rientrato al Napoli

Le prospettive di Popovic al Napoli: ne parla Brevi

“Sono arrivato a Monza con una retrocessione in ballo, dunque c’erano grosse difficoltà. Lui pur avendo grandi qualità tecniche e tattiche non aveva l’aggressività che serve in quei momenti lì. Gli manca ancora quella rabbia e quella cattiveria agonistica per essere un giocatore di alto livello. Se stai lottando per non retrocedere, un allenatore appena arrivato deve andare anche di intuizioni. Poi non conosceva bene la lingua, insomma non era facile la situazione e non è stato semplice neanche per lui. Credo che Conte e il mio amico Stellini, tra l’altro molto bravo con i giovani, riusciranno a trasmettergli gli insegnamenti giusti“.

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