Milan
Vendeva biglietti del Milan? L’oscura attività social di Skoczylas
Per il giovane 2006 polacco potrebbero esserci guai in vista
Ha dell’incredibile la storia che negli ultimi giorni ha varcato i cancelli di Milanello ed è diventata di dominio pubblico: come già riportato da diretta.it, il classe 2006 polacco Mateusz Skoczylas ha tentato di vendere dei biglietti per il prossimo incontro di campionato tra Milan e Napoli, in programma l’11 febbraio a San Siro, in un settore che ormai da giorni era sold-out. Dov’è la particolarità che fa di questo un caso mediatico? Il giocatore voleva vendere i biglietti riservati ai suoi familiari, tendando di ottenere una cassa di risonanza maggiore utilizzando i social per sponsorizzarsi.
Mateusz Skoczylas e l’attività sui social
Il percorso inverso del giovane calciatore polacco assume i contorni di un film tragi-comico: da sempre al Lubin, nell’estate 2023 arriva la chiamata del Milan, con tanto di firma nel torrido agosto lombardo. Pochi mesi dopo, invece di far parlare di sé per talento o giocate, finisce nell’occhio del ciclone per qualcosa di molto più grande di lui; per un gesto ingenuo sicuramente, ma che deve aprire un dibattito importante. Questa, in poche righe è la parabola discendente che purtroppo colpisce un diciassettenne calciatore e che probabilmente ne comprometterà la carriera.
Mateusz Skoczylas, “chissà che sarà di noi”
Prendiamo in prestito dei versi di Lucio Battisti per cercare di inquadrare al meglio la situazione: il giovanissimo talento, in rossonero da poco più di 5 mesi, rischia tanto, poiché il caso in questione potrebbe essere ascrivibile alla condotta illecita del bagarinaggio, fenomeno dannatamente diffuso fuori dai cancelli di ogni stadio italiano (e che in questo caso arriva incredibilmente dall’interno). Le sanzioni per azioni del genere possono arrivare ad una sanzione pecuniaria che tocca cifre astronomiche (180 mila euro), ma il danno d’immagine che il giocatore si è appena auto-inflitto è qualcosa che difficilmente va via, qualcosa che ti si appiccica come un’etichetta.
Insomma, siamo davanti ad un caso unico nel suo genere e che fa riflettere: cosa può spingere un ragazzo ancora minorenne, con una carriera da costruire, ad accettare i rischi di una condotta del genere pur di ottenere un ritorno economico? La risposta è ancor più complessa della domanda, forse non era pienamente consapevole delle conseguenze (cosa ampiamente probabile), o forse no. L’unica certezza è che nelle prossime settimane ne sapremo di più e che in questo momento non servono processi o conclusioni affrettate, in attesa di notizie più chiare.
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