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Lecce Primavera, dal 2003 al 2023: vent’anni dopo la storia si ripete?

I giallorossi seguono le orme della stagione 2002/03, dopo vent’anni Corvino perde il pelo ma non il vizio

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Andrea Stella

Dopo una stagione da favola chiusa al primo posto e la conquista di un posto di prestigio alle “Finals” del Campionato di Primavera 1, il Lecce di Mister Coppitelli si gode il momento, e aspetta trepidante la sfida di venerdì contro la Fiorentina che rappresenta l’ultimo step per concludere alla grande questa stagione, sognando di riportare nel Salento un trofeo che manca da fin troppo tempo.

Ma facciamo un salto indietro, un balzo di circa 20 anni, riavvolgiamo il nastro fino alla stagione 2002/03, sì perché quell’annata è una delle più impresse nel cuore dei tifosi giallorossi e storica per la società, capace di portare per la prima volta in assoluto la Primavera sul tetto d’Italia pur militando in Serie B.

Già a partire dalla stagione 2001/02 si poteva capire che si stava muovendo qualcosa in casa giallorossa, la prima Coppa Italia Primavera infatti è stato solo il primo della lunga fila di conquiste dei salentini. Di li a poco tempo, infatti, il Lecce è diventata la squadra da battere, e, dopo un secondo posto nel girone alle spalle del Palermo, la formazione di mister Robertino Rizzo ha sorpreso tutti e ha conquistato un inaspettato titolo, mietendo vittime illustri quali la Lazio, la Juventus, ed i campioni in carica dell’Inter in finale. 

Altro giro altra corsa, anche l’anno dopo, durante la stagione 2003/04, infatti, i salentini si sono dimostrati dei clienti molto ostici e hanno bissato il successo, sempre chiudendo l’annata al secondo posto in classifica (questa volta dietro la Roma) e sempre battendo la temutissima compagine dell’Inter in finale. Nelle stagioni successive, poi, la vittoria di un’altra Coppa Italia Primavera e ben due Supercoppe Italiane Primavera portano il Lecce nell’Olimpo del calcio giovanile, prima del lento e progressivo declino culminato poi da 6 anni di assenza dai campionati causa retrocessione e permanenza in Serie C.

A nulla serve dire che l’artefice della favola non è un nome di poco conto, un certo Pantaleo Corvino che nel giro di pochi anni dal suo arrivo, e ancora quasi del tutto privo dell’attuale esperienza che lo caratterizza, riuscì a mettere in piedi una squadra di giovani forti e capaci che di strada poi ne hanno fatta.

Vucinic, Bojinov, Rullo, Rosati, Agnelli, Camisa, Pellè, Vicedomini sono solo alcuni dei nomi che componevano quella rosa, a cui si potrebbero aggiungere anche i vari Konan, Ledesma e Bovo, impiegati spesso e volentieri con la Prima Squadra nel rush che portò alla riconquista della Serie A, e Chevanton, lo stesso giocatore che adesso siede in panchina al fianco di Coppitelli e studia per seguire le sue orme, lo stesso giocatore che senza calcio non ci può stare, lo stesso giocatore che al Lecce e a Lecce ha legato l’anima, che vive e percorre ogni giorno le strade della città e lo stesso che per ogni partita, anche delle giovanili, soffre ed esulta come tutti i tifosi.

Ora la musica è diversa, ci sono molti meno italiani in rosa e gli interpreti sono diversi, ma Corvino ha dimostrato di avere ancora doti spiccate, di riuscire ancora a pescare giovani dall’estero e trasformali in oro (ultimo ma non ultimo Gonzalez), si pensi al quartetto rumeno Borbei, Burnete, Pascalau e Vulturar, arrivati in Salento ben 3 anni fa e che in poco tempo hanno conquistato un posto stabile in Primavera a suon di buone prestazioni, o Berisha, pescato dalla Svizzera e trasformato in un signor giocatore per la categoria, in grado di attirare anche le attenzioni di Baroni e conquistare qualche minuto e qualche gol nelle amichevoli estive, per non parlare poi anche di Dorgu, Munoz e Corfitzen, arrivati solo questa stagione ma che hanno saputo dare un impatto devastante al gioco messo in campo da Coppitelli e dal suo Lecce.

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