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Corvino non ci sta: “Troppi attacchi al Lecce, non ci sto. I problemi sono altri”

Le parole del dirigente giallorosso

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Lecce, Corvino

Dopo aver parlato a Radio Serie A, Pantaleo Corvino ha rincarato la dose al Corriere dello Sport. Un grido di dolore l’ha definito il suo perché si è sentito attaccato dopo il flop dell’Italia agli Europei. Dichiarazioni forti le sue per far capire e far valere le sue idee e le sue ragioni. 

Corvino Lecce

Corvino Lecce

Corvino e la Primavera

“Il mio è un grido di dolore. In tutte le trasmissioni mettono in evidenza il risultato della nostra Primavera, gli undici stranieri, come se fossimo il male assoluto, l’origine del fallimento della Nazionale. Ma stiamo scherzando? Io l’untore? Questa demonizzazione del Lecce è un insulto all’intelligenza. Il nostro è un modello che andrebbe seguito”.

Corvino e i problema dei costi

“Si dimenticano troppe cose. Il Lecce in A ha tre giocatori che provengono dalla Primavera, e tre sono titolari. Falcone, Baschirotto, Piccoli, Gallo e Sansone sono italiani. Il Lecce non può permettersi gli italiani per i costi eccessivi. Devo difendere il nostro lavoro, la società, il territorio. Vogliamo parlare dei talenti locali? I grandi club vengono qui e fanno razzia. L’aridità del nostro calcio non deriva dalle politiche del Lecce, ma da quelle della Federcalcio e della Lega, dei club. Deriva dalla mancanza di strutture, centri di addestramento e dell’impreparazione degli allenatori del settore giovanile. Manca anche la volontà da parte della Federcalcio di imporre percentuali dei ricavi da destinare alla formazione dei giovani”. 

La virtù del Lecce

“La nostra virtù è andare in giro per il mondo a cercare giocatori da portare in prima squadra. Sono in questo mondo da 50 anni, quasi 700 partite. Qualcosa forse avrò capito, no? Basta inseguire colpevoli esterni, con la litania degli stranieri che portano via il posto agli italiani. I giovani italiani bravi ci sono e vincono europei e mondiali di categoria. Lascino in pace il Lecce e chi lavora bene. Siamo la squadra più giovane d’Italia e siamo sostenibili: facciamo tutto il campionato con otto milioni e mezzo, facendo crescere anche il settore giovanile e le strutture”.

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