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Lazio, la parabola da sogno di Raul Moro

Il gioiello più cristallino del vivaio biancoceleste premiato da Sarri con una maglia da titolare contro il Torino

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Un inizio di stagione esaltante per Raul Moro: il talentino proveniente dalla “Masia”, la scuola dove il Barcellona ha sfornato i giovani talenti più importanti della storia, è stato acquistato nel 2019; l’intenzione iniziale era quella di farlo crescere nella Primavera per renderlo pronto al grande salto il prossimo anno, quando lo spagnolo avrà compiuto 19 anni. Ma la crescita esponenziale del ragazzo è iniziata quest’anno, tanto che Moro figura nella rosa della prima squadra dall’inizio della stagione e ha impressionato un allenatore non molto incline a gettare nella mischia dei ragazzi così giovani e inesperti: Sarri è rimasto folgorato dalla sua qualità, la sua tecnica individuale e il suo dribbling, tanto da averlo integrato a pieno regime nel suo gruppo già ad Agosto; a pochi giorni dall’inizio del campionato il sogno di Raul di esordire in Serie A ad appena 18 anni era sempre più vivo. Dopo le prime 4 giornate di Serie A, il nativo di Abrera (piccola frazione di Barcellona) colleziona appena 57 minuti, sempre da subentrato e a partita già decisa, ma riesce nel poco tempo a disposizione ad impressionare ulteriormente il tecnico toscano per dedizione e impegno, oltre che per le sue innate qualità nello strappo e nel saltare l’avversario. Tutto sembra scritto: il baby fenomeno può davvero essere quel jolly offensivo da schierare a partita in corso per spezzare le gambe agli avversari con la sua velocità. Tuttavia, Sarri va oltre e stupisce tutti, persino lo stesso Moro: come nelle favole, a due mesi dal suo arrivo in prima squadra e senza alcun preavviso, il catalano viene inserito negli 11 titolari che hanno affrontato oggi pomeriggio il Torino. L’epilogo perfetto di un inizio di stagione impensabile per lui: la partita dello spagnolo però non inizia nel migliore dei modi, nel primo tempo si nota la poca esperienza, gli tremano le gambe e non riesce ad avere quella spensieratezza che lo aveva contraddistinto nelle partite precedenti. L’esordio tra i grandi dura un tempo, ma per il ragazzo rappresenta un primo obiettivo raggiunto, un primo tassello su cui costruire la sua carriera, un primo banco di prova per affacciarsi al calcio che conta. 

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