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Montero si racconta: “Ora i ragazzi non giocano più per strada. Noi eravamo privilegiati”

L’allenatore bianconero si è raccontato ai microfoni di Sportitalia

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Paolo Montero, allenatore della Juventus Primavera, ha parlato ai microfoni di Sportitalia nel programma ‘Mister SI Nasce’ raccontando la sua infanzia, il suo passato da calciatore e ora il presente da allenatore. Le sue dichiarazioni: 

“Ero un bambino tranquillo, come tutti in Sud America giocavo per strada a calcio, basket e altro. Ora purtroppo è cambiato molto e i bambini giocano meno in strada perché è molto più pericoloso, noi siamo stati dei privilegiati in quel senso li. Mio padre ha giocato tanti anni, ha fatto due Mondiali, ha vinto la Libertadores, ha vinto tutto in Sud America. Io ho sempre seguito tanto il calcio. Anche adesso a casa mia si segue tanto, in tv è solo calcio. Arrivo in Italia? All’epoca non c’era ancora il passaporto comunitario era molto difficile farsi notare, ho avuto la fortuna di trovare Lippi che poi mi ha voluto anche alla Juve. Per arrivare c’è sempre bisogno di una mano. Juventus? Quando sono arrivato a Torino mi ha sorpreso l’organizzazione che c’era nella squadra, io subito dormivo con Ciro Ferrara, loro arrivavano dalla vittoria della Champions. Il primo impatto è stato con una squadra di campioni ma umili, che ti insegnano come bisogna comportarsi a certi livelli per restarci per tanti anni. Allenatore? Ho inziato a viaggiare per fare il procuratore, ma non mi è mai piaciuto, un giorno ho deciso di cambiare e mi sono iscritto in Uruguay al corso, ho iniziato lì poi dopo che mi sono trasferito in Italia mi sono iscritto al corso di Coverciano e adesso mi trovo qua. Ho lasciato il mio paese 17 anni fa e sono sempre venuto a Torino perché la città mi fa impazzire”

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