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Juventus-Benfica, le pagelle dei bianconeri: Soulè e Chibozo suonano la carica, Turicchia trova un gol da fenomeno

Le pagelle dei ragazzi di Bonatti

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Senko 6: pizzica il pallone dell’1-0 di Neto con le unghie, ma non riesce ad allontanarlo dalla porta. In occasione del secondo gol, Semedo lo lascia di sasso al centro dei pali. Da lì in poi, non arriva nulla verso la porta dell’ungherese. Niente da fare nei calci di rigori, quasi sempre l’ungherese si tuffa nel lato opposto.

Savona 5,5: troppo tenero sul contrasto che spiana la strada al raddoppio delle aquile. Anche in fase di spinta rimane schiacciato all’indietro, non riuscendo ad essere un’arma in più per i compagni nel gioco sulle corsie. Dal 45′ Turco 6: ha un solo obiettivo, occupare l’area e dare fastidio ai centrali delle aquile. I palloni giocabili però scarseggiano, così l’attaccante è costretto spesso a basculare sulla trequarti per trovare aria buona e combinazioni coi compagni. Il rigore sbagliato pesa sul risultato finale, non troppo sulla prestazione.

Nicolò Turco, fantasia e gol al servizio della Juventus

De Winter 6: luci ed ombre per lui, male in occasione del secondo gol e leggermente in crescendo quando il Benfica rimane in 10 e la squadra ha meno compiti difensivi. Scalda i guantoni del portiere nel primo quarto d’ora della ripresa, ma è anche troppo lento nella costruzione.

Muharemovic 5,5: quando Diego Moreira lo guarda negli occhi e lo punta, il centrale va spesso in apnea e non riesce a contenere la sua esuberanza atletica. Ha tanto da migliorare nell’uno contro uno e oggi ha dimostrato le sue lacune, meglio però nei contrasti fisici dove riesce a far valere la sua stazza. Dal 65′ Hasa 6: si posiziona sulla fascia sinistra per stressare una parte di campo considerata vulnerabile della difesa biancorossa; si accende però troppo ad intermittenza. Tira un grande calcio di rigore però nella lotteria finale.

Turicchia 7,5: trova un gol che per bellezza ed importanza è da esporre al Louvre, si coordina perfettamente e toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali. Se cercate sul dizionario il significato di grinta, probabilmente uscirà il suo nome; il suo carisma esonda nella partita e sottolinea quanto sia fondamentale questo giocatore per gli equilibri della squadra. Dall’87’ Rouhi S.V. 

Fabio Miretti, la nuova promessa del vivaio juventino

Mulazzi 6: nel primo tempo è senza dubbio il più opaco nel reparto offensivo; tuttavia al 35′ propizia, suo malgrado, l’espulsione di Soares. Il colpo durissimo lo lascia per qualche minuto a terra, ma gli “serve” per schiarirsi le idee e per affrontare un secondo tempo di tutt’altra caratura: rispetto agli avversari ha un altro passo e straripa facilmente sulla destra, piazzando anche dei cross interessanti e degli spunti importanti per mettere sotto pressione la retroguardia.

Bonetti 6,5: con il passare dei minuti prende per mano il pallino del gioco e si prende sempre più responsabilità, smistando palloni e telecomandando con la voce i compagni. Dall’84’ Cerri S.V.

Miretti 6: eccessivamente distratto all’inizio, regala un pallone sanguinoso che permette al Benfica di aprire le danze. Fa fatica a scuotersi, ma quando ci riesce torna ad essere il metronomo di cui la Juve non può fare a meno. Si riscatta dagli undici metri, spiazzando il portiere per il momentaneo 2-2 nella lotteria dei rigori.

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Iling-Junior 6: entra in partita con un colpevole ritardo di venti minuti, poi suona la carica con un pallone che taglia l’area ma non si trasforma in assist per questione di centimetri. Nella ripresa fa spesso “start and stop”, non dà il solito apporto alla costruzione delle offensive bianconere. Recupera punti con un bel rigore, sicuro e fermo nella decisione di dove tirare.

Soulè 7: talento, rapidità di pensiero e fiammate di qualità per provare a rimettere in partita i suoi. Suo l’assist per la meraviglia di Chibozo che rimette in discussione la partita. Beffardi i rigori, in cui sbaglia l’ultimo tiro dal dischetto e condanna i suoi.

Chibozo 8: risente dell’inizio a rilento dei compagni, ma è sempre velenoso e difficile da decifrare per i difensori avversari. Intorno alla metà del primo tempo scuote dalle fondamenta la porta del Benfica con un destro che fa suonare la traversa. Nella ripresa, spara ancora verso la porta, bacia la traversa e inchioda un gol che riapre ogni discorso. Un flusso continuo di idee e giocate di talento, una vera manna dal cielo per i compagni.

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