Primavera 1
Italia, sei fuori: ORA BASTA
Gli azzurri fuori dal Mondiale per la seconda volta, serve rifondare
Italia-Macedonia e un epilogo che francamente ci ha lasciato tutti sconvolti. Difficile pensare a un’Italia fuori dal Mondiale per la seconda volta consecutiva e ancor più difficile pensare di non essere riusciti a superare una nazionale come la Macedonia, senza nulla togliere ovviamente. Ci scuserete per il nostro pensiero e non è di circostanza. Abbiamo sempre parlato di giovani e portato avanti le nostre idee. Parlando sui social e anche confrontandoci con altri addetti ai lavori. Vi assicuro che questo pensiero non nasce dopo la sconfitta di ieri sera, ma è un qualcosa maturato nel tempo. Ieri sera, però, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso per tanti motivi. Non vogliamo entrare nei meriti delle scelte del Ct Mancini, da noi sempre supportato con l’augurio che il suo cammino in Nazionale possa durare ancora a lungo per provare a portare una ventata di cambiamento ad un movimento che, e ci dispiace dirlo, non funziona da capo a piedi.
Italia, i giocatori con una sola presenza in azzurro
Il nostro errore parte dopo la vittoria del Mondiale del 2006, non siamo mai riusciti ad avere un ricambio generazionale. Quante volte abbiamo sentito dire: non ci sono giovani di livello? Tante, tantissime forse troppe. Effettivamente quanti giovani giocano in Italia? A quanti viene data la possibilità di giocare? Pochi, pochissimi. Il calcio italiano è lo specchio della nostra società. E qui mettiamo un punto, non vogliamo addentrarci in situazioni politiche o lavorative extra calcio. Lo diciamo da tempo: serve rifondare, serve dare la possibilità ai giovani di giocare e sbagliare. Basta i fuoriquota nel campionato Primavera e poniamo un limite agli stranieri nelle squadre. Chi è più bravo gioca e siamo tutti d’accordo. Ma tutti gli stranieri che arrivano in Italia sono più forti dei nostri? Noi non crediamo. Abbiamo un materiale giovanile importante, che non riusciamo a valorizzare. Serve osare e serve dare loro la possibilità di sbagliare. In tanti parlano di giovani, che si dovrebbe cambiare, ma poi i fatti dove sono? Bello farsi importanti a parole, ma contano i fatti e questi mancano dal 2006, se non prima. Pensiamo che il calcio debba essere rivoluzionato e non parliamo soltanto di calcio giocato, ma ci alleghiamo dentro tutto. Dalle società ai tifosi, fino ad arrivare a chi ne scrive e ne parla. Deve cambiare la visione quando si parla di giovani. Tanti quando Mancini convocò Zaniolo per la prima volta, rimasero sorpresi, noi no. Era l’indirizzo giusto, ma a questo si doveva dare continuità con i Club e in pochi hanno avuto il coraggio di lanciare giovani e tenerli in pianta stabile con i grandi. Siamo arrivati al dover naturalizzare Joao Pedro, pur di avere un vice Immobile (senza nulla togliere all’attaccante del Cagliari). E qui capiamo bene che c’è qualcosa che non va.
DA COSA RIPARTIRE
Qui vogliamo analizzare le parole di Nicolato. Senza dilungarsi ma ha espresso quello che è il nostro pensiero sull’utilizzo dei giovani. Lui stesso per l’Under 21 ha fatto fatica a scegliere. Dei convocati degli azzurrini in quanti sono titolari e giocano con regolarità? Andando ad analizzare nel dettaglio sono davvero pochi. Carnesecchi, uno dei migliori portiere italiani ancora gioca in B. Lo stesso si potrebbe dire di Fagioli. Frattesi ha fatto 3 anni di Serie B prima di arrivare in Serie A. Siamo d’accordo sulla gavetta e che i giovani debbano fare esperienza, ma quando hai sotto gli occhi dei talenti bisogna sfruttarli. Facciamoli giocare, facciamoli sbagliare perché è così che si cresce, altrimenti resteremo sempre al punto di partenza. Ci piacerebbe vedere uno Scalvini titolare per 10 partite consecutive in Serie A, giusto per fare un nome su tutti. Ci piacerebbe vedere una Nazione che finalmente possa dare fiducia ai giovani. 2003/2004 poco importa l’età, il talento va coltivato e bisogna avere il coraggio di farlo esprimere. Serve rifondare e ripartire. Dopo la partita Gravina ha detto proprio questo, ma stavolta non vogliamo le solite parole di circostanza, ma vogliamo i fatti. Quelli concreti e che possano dare una svolta al calcio italiano. Secondo squadre, fuoriquota, stranieri, ingaggi, incentivi tutto quello che volete. Ma BASTA PAROLE: è l’ora di intervenire, stavolta per davvero.
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