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Inter, Marotta: “Italia? Mancanza d’incentivi per lo sport giovanile”
L’ad nerazzurro ha detto la sua a “Wolf – Storie che contano”
Il protagonista della prossima puntata di “Wolf- Storie che contano”, il podcast di Fedez prodotto da Doom Entertainmenti, sarà l’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta.
Il problema vivai
L’ad nerazzurro oltre ad aver parlato in generale della sua carriera, del passaggio dalla Juve all’Inter, della crisi del calcio italiano dal punto di vista economico e delle infrastrutture, ha voluto anche toccare il tema dei vivai spiegando come in Italia ci sia una mancanza di misure o provvedimenti diretti a creare condizioni più favorevoli all’inserimento dello sport nella vita dei giovani di oggi, considerando anche il sistema scolastico: “C’è stata una notevole involuzione. Prima il calcio si giocava ovunque dai cortili agli oratori, inoltre nemmeno il sistema scolastico incentiva la pratica sportiva. Non abbiamo una realtà come quella americana dove lo sport è una componente fondamentale. Altro grande tema è la mancanza di strutture per lo sport di base e giovanile”.
Inter, idea seconda squadra
A proposito del problema crescita dei giovani nei vivai di oggi, il responsabile del settore giovanile nerazzurro Massimo Tarantino ne aveva parlato qualche mese fa ai microfoni di Radio Serie A TV, ipotizzando la possibilità di creare l’Under 23 dell’Inter per permettere ai giovani di prepararsi alla Serie A attraverso il campionato di C: “L’Inter ha sempre in mente la possibilità di migliorare il percorso formativo dei propri ragazzi, ma le seconde squadre sono uno step impegnativo, la Serie C la conosciamo bene. Nel momento in cui l’Inter avrà l’opzione, la si prenderà in considerazione. Fa parte del DNA del club mettere a disposizione il meglio”. Le uniche società ad avere le seconde squadre in Italia oggi sono solo Juventus e Atalanta, mentre l’Inter fin qui si è concentrata su Under 18 e Primavera e Tarantino si è soffermato anche su questo tema spiegando quali sono le priorità nel mercato del settore giovanile che ha una logica completamente diversa da quello delle prime squadre: “Poco mercato questa estate? Abbiamo dato continuità perché eravamo convinti di avere delle buone rose. L’Inter già l’anno scorso ha dato la possibilità a molti 2005 di giocare sotto età con la Primavera, è un lavoro che ci siamo ritrovati e abbiamo aggiunto qualche altro ragazzo arrivato dall’U18. Abbiamo assemblato secondo me una squadra buonissima, c’era della grande qualità all’interno di questi due gruppi, e quindi non siamo entrati nelle logiche del mercato, anche perché il mercato nel settore giovanile deve essere “straordinario”: l’obiettivo del club dovrebbe essere quello di formare internamente giocatori, si entra nelle logiche di mercato solo quando fai fatica all’interno a trovare alcuni ruoli oppure alcuni ragazzi non sono cresciuti quanto ci si aspettava“.
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