Hellas Verona
Matteo Lovato, il nuovo talento gialloblù sulle orme di Kumbulla
Il difensore classe 2000 del Verona si sta imponendo con grande personalità in questo avvio di stagione
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È una bella storia, quella di Matteo Lovato. Un racconto di gavetta e crescita, di sacrificio e attesa del momento giusto. Il giovane difensore patavino, arrivato al Verona a fine gennaio 2020, ha positivamente impressionato nelle sue prime presenze in Serie A. Uscite contro avversari di alto rango. Prestazioni solide e convincenti, piene di carattere e personalità.
Cresciuto nelle giovanili del Padova, Lovato ha poi trascorso un biennio (tra il 2016 e il 2018) al Genoa, tra Under 17 e Primavera. Il ritorno al Padova l’ha portato a vivere un’altra stagione con la formazione Primavera, prima del debutto tra i professionisti, nel campionato di Serie C, avvenuto il 25 agosto 2019 sul campo della Virtus Verona. Nella prima metà della scorsa stagione, il ragazzo nato a Monselice nel febbraio del 2000 ha collezionato ben 18 presenze da titolare tra Serie C e Coppa Italia di C, mettendosi dunque in mostra in un torneo fisicamente e agonisticamente più probante rispetto a quello Primavera. Una serie di prestazioni che ha attirato su di lui le attenzioni di club della massima serie, tra i quali il Verona si è rivelato il più convinto, con un contratto di quattro anni e mezzo ben indicativo della fiducia nell’affare. Giunto nella città scaligera per effettuare un inserimento graduale e maturare con pazienza, Lovato ha dovuto attendere a lungo per poter finalmente debuttare in Serie A.
La sua prima apparizione è stata nei minuti finali della sfida contro l’Atalanta dello scorso luglio. Un esordio tutt’altro che banale, al cospetto del miglior attacco della scorsa Serie A e di giocatori del calibro di Muriel, Zapata e Gómez. Un assaggio di grande calcio, un’occasione propizia per mostrare subito il proprio temperamento e la propria personalità. Nei giorni seguenti, però, un problema fisico ne ha impedito l’utilizzo e l’immediata conferma ad alti livelli. La seconda opportunità, per lui, si è invece palesata nel primo turno di questo campionato contro la Roma: un ingresso in campo avvenuto in modalità molto simili, da subentrato e contro un grande avversario. Ma stavolta rimaneva da disputare una porzione ben più ampia di partita: 71 minuti affrontati dal giovane gialloblù con grinta, calma e concentrazione. Infine, il turno scorso: contro l’Udinese, per Lovato è arrivato il debutto da titolare, con una prestazione forse meno brillante rispetto alle due precedenti, ma una sufficienza portata comunque a casa con mestiere e abnegazione.
Matteo Lovato è dunque pronto a confermarsi in pianta stabile nel reparto difensivo dell’Hellas. In queste sue prime apparizioni, ha mostrato fisico e concentrazione, pulizia e attenzione, sopperendo, grazie a rapidità, esplosività ed elevazione, ad un’altezza (188 cm) discreta ma “normale”, per gli standard odierni. Soprattutto, si è rivelato valido in fase di impostazione e uscita palla al piede, peculiarità fondamentali per i difensori delle formazioni di Ivan Juric. Il pensiero è subito corso, perciò, al parallelo con Marash Kumbulla: l’allenatore croato non ha mai fatto mistero di prestare ben poca attenzione alla carta d’identità dei giocatori che va ad impiegare, e nei giorni scorsi si è così espresso in merito: “Lovato ha fatto due belle partite, ha le caratteristiche giuste per noi, ma dipende molto da lui. Kumbulla è fortissimo perché ha questa capacità di imparare tutto subito, lui sta facendo passi in avanti. È tosto, ha velocità, ha molti margini di miglioramento: le caratteristiche sono quelle giuste".
La strada è dunque segnata. Matteo Lovato ha tutto per diventare il nuovo brillante talento della difesa gialloblù: le qualità tecniche e morali, la testa, il fisico. Un allenatore eccezionale nel valorizzare i giovani. Soprattutto, un grande esempio davanti agli occhi: “Con Marash abbiamo giocato contro moltissime volte, ai tempi delle giovanili. Sono molto contento per lui, perché se lo merita e ha dimostrato quello che vale. Per me deve essere uno stimolo, un esempio da seguire sperando di riuscire a replicare il suo percorso. Sarebbe davvero un bell’obiettivo”.
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