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[FOCUS]- Sulle orme di Pafundi, dal Primavera 1 c’è chi aspetta la chiamata in Nazionale di Mancini

Il ct monitora prospetti con poca o nessuna esperienza a livello di Serie A da sempre

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Simone Pafundi e Nicolò Zaniolo fanno scuola. Roberto Mancini ha aperto le porte di Coverciano anche a prospetti senza esperienza concreta a livello di Serie A o di Prima squadra, con convocazioni eclatanti e divisive all’interno del globo azzurro. Ma, se la tendenza sarà la stessa degli ultimi mesi, ci sono tre calciatori del Primavera 1 che possono pescare la carta degli “Imprevisti” e saltare direttamente alla Nazionale maggiore senza passare per i classici step intermedi tanto noiosi e spesso controproducenti per i giovani talenti.

Giacomo Faticanti

Si può scegliere dal massimo campionato giovanile secondo i propri gusti, eppure ci sono delle sensazioni che spingono verso i calciatori selezionati in questo pezzo, ma andiamo per ordine. Giacomo Faticanti è un predestinato. Non servono grossi giri di parole, per lui ci si può sbilanciare. Inserito dal Guardian tra i 60 migliori calciatori nati nel 2004, il paragone con Daniele De Rossi è scattato sin dai suoi primissimi giorni con la Primavera della Roma grazie al numero 16 che porta sulla schiena. Mediano, romanista, capitolino doc, incarna le caratteristiche di Capitan Futuro, con l’aggiunta di aver imparato calcio da un simbolo del settore giovanile giallorosso nonché padre di Daniele, Alberto De Rossi. Ha ricevuto la benedizione di tutti nell’ambiente di Trigoria, persino da Josè Mourinho, che nella trasferta finlandese di Helsinki gli ha regalato l’esordio in Prima squadra in Europa League. Ciononostante, Faticanti resta uno dei pochi talenti della U19 di Federico Guidi a non aver debuttato in Serie A: ci penserà Mancini a far scattare la scintilla allo Special One in una della prossime soste? Intanto il classe 2004, spaventoso motore della Primavera della Roma da più di due anni, si è preso la fascia da capitano tra i pari età e andrà al mondiale U20 in Indonesia dopo aver disputato un europeo da protagonista la scorsa estate. L’azzurro, oltre al giallorosso, gli appartiene, il suo nome non è nuovo da anni e il calcio giovanile gli sta già stretto da un po’. Chissà che non ci pensi il ct jesino a cambiargli la carriera, per maggiori delucidazioni chiedete a Nicolò Zaniolo.

Wisdom Amey

Qua sarebbe il caso di sbrigarsi. Il classe 2005 del Bologna ha conosciuto il calcio dei grandi 12 maggio 2021, giorno del suo esordio in Serie A contro il Genoa. Sinisa Mihajlovic, a campionato ormai concluso, ci aveva visto lungo su questo ragazzotto di 15 anni della U17 rossoblù. Amey è nato a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, l’11 agosto 2005, ma ha anche il passaporto togolese. Non ha mai indossato la maglia azzurra, in nessuna categoria giovanile, non vanta alcuna convocazione con la nazionale italiana. Strano, ma vero, la questione Nazionale resta un mistero. Il suo valore, però, è ormai conclamato. E’ al secondo anno da titolare in Primavera e si allena con i grandi, è un 2005 che gioca da veterano tra i pari età. Difensore centrale di forza fisica prorompente, ha giocato sia da terzino che da braccetto di destra. Piede educato, marcatura aggressiva e doti atletiche in grado di sostenere i duelli in zone avanzate del campo, Amey si presenta come un prospetto con caratteristiche estremamente moderne. Non sembrano esserci dubbi sull’impatto che potrebbe avere in Prima squadra, eppure la sveglia tarda a squillare dalle parti di Thiago Motta. Oltretutto, il ruolo attualmente ricoperto da Stefan Posch di finto terzino destro calzerebbe a pennello con le caratteristiche dell’italo-togolese, tuttavia per ora è solo Luca Vigiani che se lo coccola. Ma qui restiamo sullo stesso binario di Faticanti, Amey ha un valore consacrato e sebbene sia ancora in età da Primavera sembra averci poco a che fare con la U19. Roberto Mancini può essere, anche in questo caso, l’uomo del destino di Wisdom Amey.

Tommaso Berti

Il presupposto in questo caso è un altro, ossia il percorso del calciatore. Centrocampista classe 2004 nativo di Cesena, ha fatto le trafila nel vivaio dei romagnoli fino alla Prima squadra, collezionando 24 presenze in Serie C condite da un gol nella passata stagione. Tommaso Berti ha già conosciuto il calcio dei grandi partendo dalla terza serie con un club dalla ambizioni maggiori rispetto alla media della categoria e si è imposto in quello che sarebbe (secondo la tabella di marcia) il primo anno in Primavera. Nel mentre, i pari età conquistavano la promozione in Primavera 1 a suon di vittorie e risultati positivi con mister Ceccarelli in panchina. In estate, ecco il trasferimento alla Fiorentina, dove per ora è stato relegato nella Primavera di Alberto Aquilani. Il Primavera 1 rappresenta, senza troppi giri di parole, un passo indietro nel percorso del ragazzo. Se avesse chance concrete di giocare agli ordini di Vincenzo Italiano in Serie A non lo sappiamo, se fosse stato individuato dalla Viola come un calciatore da Prima squadra o Primavera nemmeno, sta di fatto che Berti non sta crescendo come suggerisce il suo identikit. Mezzala di qualità e inventiva, unisce la sua tecnica ad un livello di intensità da calcio dei grandi. Ora aspetta una convocazione in Serie A, intanto prova a ritagliarsi un ruolo di protagonista assoluto in Primavera 1. Ma, lo diciamo ancora una volta, occhio a Roberto Mancini. Con un’eventuale chiamata in azzurro il suo ruolo sarebbe stravolto all’interno dell’ambiente Fiorentina e la considerazione nei suoi riguardi schizzerebbe alle stelle. Repetita iuvant, è tutto nelle mani del ct

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