Primavera 1
Brocchi sui giovani: “Cellulari? Basta! Diamogli centro sportivi migliori”
L’ex allenatore del Milan ha parlato a Cronache di Spogliatoio
Il tema del calcio giovanile c’è sempre stato a cuore. Vedere e seguire per diversi anni il campionato Primavera ci ha permesso di capirne anche in parte le dinamiche. Tante volte ci siamo posti domande sul come mai alcuni giovani, forti nella categoria U19, poi non riescano ad arrivare ai livelli sperati o immaginati. Sempre difficile dare risposte esatte e concrete perché non è mai facile entrare all’interno del mondo giovanile e delle società stesse. Ecco perché sentir parlare chi, come Cristian Brocchi ci è passato, è un momento importante per cercare di capire la direzione del nostro calcio e cosa si dovrebbe fare per migliorarne la crescita. A Cronache di Spogliatoio ha parlato proprio l’ex tecnico della Primavera del Milan, che ha detto la sua sul tema.
Brocchi sui giovani
L’ex allenatore della Primavera del Milan ha parlato così riguardo il tema giovani: “Basta con questa storia che i ragazzi sono sempre al cellulare, lo siamo anche noi adulti. Diamogli dei centri sportivi migliori dove posso spendere più tempo nella loro vita e socializzare. Mettiamo dei formatori ben pagati e non semplici allenatori che vedono le giovanili come semplice passaggio”. Simile il pensiero espresso qualche giorno fa da Palladino.
Il pensiero sui giovani talenti italiani
Difficile trovare nel panorama italiano un allenatore desideroso di esporsi in maniera così netta riguardo il paradigma culturale che governa le giovanili italiane, su tutti i livelli. Eppure, l’ex tecnico del Monza Primavera lo ha fatto senza troppi tentennamenti. Spesso ci dimentichiamo di quanto siano importanti gli anni della scuola calcio, i primi momenti in cui veramente un calciatore si sviluppa muovendo i suoi primi passi. Ebbene, anche in questo senso per Palladino il metodo è da rivedere: “Nelle scuole calcio si insegnano i moduli ancor prima dello stop. Bisogna lasciare i nostri ragazzi liberi di lavorare sulla tecnica, perché sugli schemi ci si può lavorare più avanti”.
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