Bologna
Bologna, l’eredità di Vigiani: giovani cresciuti ma fatali i risultati
Il tecnico lascia l’incarico: gestione, patrimonio per il futuro e il rischio retrocessione
Con l’esonero di Luca Vigiani finisce un ciclo per la Primavera del Bologna. Sì, perché il tecnico classe ‘76, con la società felsinea, può vantare un lungo percorso iniziato dal settore giovanile, precisamente con la sua prima Under 17 nella stagione 2019-20. Da quell’annata Vigiani si è legato al Bologna fino a febbraio 2024, e nei quasi tre anni in cui ha guidato i ragazzi della Primavera è sempre riuscito a raggiungere la salvezza per rimanere in nel massimo campionato giovanile.
Quest’anno però, sono state diverse le complicazioni a partire dai risultati che hanno portato all’esonero dell’allenatore, rimpiazzato da Paolo Magnani, altro tecnico già presente nell’organico del settore giovanile rossoblù. Il penultimo posto, con soli 3 punti di vantaggio sull’ultima della classe (unica posizione che porta alla retrocessione), ha portato la società alla scelta di voler cambiare aria. Tuttavia, a Luca Vigiani va riconosciuta la capacità di aver fatto crescere diversi talenti passati per l’U19 del Bologna come Amey, Urbanski, Corazza, Pyyhtia, Raimondo e tanti altri che oggi stanno dimostrando di poter competere nel calcio dei grandi. Ci si domanda dunque se la decisione di cambiare allenatore da parte della dirigenza rossoblù sia stata opportuna o meno, in relazione al lavoro di crescita dei giovani operato dal tecnico in questi anni, senza prendere in considerazione soltanto l’ultimo periodo di crisi di risultati.
I giocatori arrivati in prima squadra cresciuti sotto la gestione di Vigiani
Dopo quasi tre stagioni in cui Luca Vigiani è stato al timone della Primavera del Bologna è arrivato il momento di valutare quanto fatto di buono dal tecnico che ha saputo formare diversi talenti per la Prima Squadra. Già alla guida dell’U17 dalla stagione 2019-20, Vigiani prende per mano giocatori che farà crescere esponenzialmente sotto la sua lunga gestione fino a farli arrivare ad esordire in Serie A con la Prima Squadra del Bologna. Si tratta di volti noti come Amey, Urbanski e Raimondo. Il difensore è tutt’ora un punto di riferimento per l’U19 rossoblù e prima dell’esordio in Serie A di Francesco Camarda, Widson Amey era stato il giocatore più giovane della storia a debuttare nel massimo campionato italiano a soli 15 anni e 274 giorni, contro il Genoa nella stagione 20/21.
Urbanski rappresenta uno dei migliori prodotti della guida Vigiani: il centrocampista è cresciuto fisicamente e tecnicamente anche grazie agli insegnamenti del suo ex mister e aveva già attirato l’attenzione di Sinisa Mihajlovic. Il serbo poi lo aveva fatto esordire in Serie A a soli 16 anni nella stessa partita contro il Genoa, in cui aveva debuttato anche Amey. Lo stesso vale anche per l’attaccante Antonio Raimondo, oggi in prestito alla Ternana, che ha giocato la sua prima partita in A contro il Verona, sempre nella stagione 20-21, quando il Bologna era allenato da Mihajlovic, il quale aveva notato gli enormi progressi con l’U17 di Vigiani.
Non è finita qui, perché durante la gestione Vigiani spicca il nome di un altro giocatore che dalle giovanili è arrivato alla Prima Squadra, allenata ora da Thiago Motta. Si tratta di Tommaso Corazza. Il primo incontro tra l’ex tecnico della Primavera e il terzino sinistro avviene nell’annata 20-21 in U17. Da quel momento il classe 2004 viene “accompagnato” da Vigiani fino all’esordio in Coppa Italia e in Serie A avvenuto quest’anno. Corazza rappresenta dunque un altro talento lanciato nel calcio dei grandi dall’allenatore di origini fiorentine. Oltre ai giocatori arrivati in Prima Squadra è importante sottolineare come negli anni siano cresciuti tanti altri profili sotto la sua gestione, come Bagnolini, oggi terzo portiere della Prima Squadra, Stivanello, Menegazzo, Mazia, Byar e Baroncioni.
Bologna, la crisi di risultati che ha portato all’esonero di Vigiani
A dispetto dell’enorme lavoro fatto da Vigiani nel settore giovanile in questi ultimi anni, la società ha deciso di esonerarlo per via della crisi di risultati con cui dovrà fare i conti in questi mesi la Primavera del Bologna. Nonostante un periodo in cui i rossoblù sembravano aver ritrovato la forma ideale per staccarsi dalla zona retrocessione, nelle ultime giornate sono arrivati pochissimi punti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata probabilmente la sconfitta interna per 1-3 nello scontro diretto contro il Lecce di sabato 17 febbraio, che si somma alla disfatta per 7-0 di qualche settimana prima sul campo dell’Inter.
Sì, perché quest’anno i rossoblù stanno deludendo in Primavera 1, soprattutto per via dei tanti punti lasciati per strada, più che per il gioco espresso che spesso non ha tradito le aspettative. In questo momento, infatti, il Bologna si trova al penultimo posto, a soli 3 punti in più rispetto al Frosinone che, a oggi, retrocederebbe in Primavera 2. Sono 17 i punti accumulati in 22 giornate, frutto di 5 vittorie, 4 pareggi e addirittura 13 sconfitte. Qualcosa stava iniziando a non funzionare più e il Bologna ha voluto cambiare aria per provare ad invertire il trend promuovendo Paolo Magnani come nuovo tecnico della Primavera.
A Casteldebole, l’esonero di Vigiani si respirava già da settimane, quando Fenucci aveva detto la sua sul periodo buio della Primavera. Tuttavia, nelle parole dell’amministratore delegato sono racchiusi anche i principi per i quali Vigiani è riuscito a soddisfare le richieste della società, come quella della crescita dei giovani. La scelta dell’esonero è stata fatta in conseguenza della crisi di risultati della Primavera di quest’anno, ma oggi il grande lavoro fatto dall’ex tecnico rossoblù è ancora palpabile e si traduce soprattutto nel fatto che Thiago Motta abbia potuto contare fin da subito su ragazzi come Urbanski e Corazza.
Ecco le dichiarazioni dell’ad Claudio Fenucci in merito al Settore Giovanile e alla crisi della Primavera, rilasciate il 7 febbraio in conferenza stampa: “Un club come il nostro deve investire su giocatori pronti ma anche su giocatori di prospettiva. E’ necessario che ci sia sempre più osmosi tra la Primavera e la Prima Squadra. Continueremo ad investire sui giovani per avere più risorse a disposizione. In quest’ottica è fondamentale il processo di formazione: in Serie B e in Lega Pro il livello di competizione è fondamentale per completare la crescita dei ragazzi. Ci aspettavamo di più dalla Primavera ma la finalità oltre al risultato è quella di costruire dei calciatori che possono andare anche in prestito per completare il loro processo di crescita, pensiamo a quello che stanno facendo Raimondo e Pyyhtia”.
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