Parma
Parma, presentato il nuovo mister della Primavera: le parole di Veronese e il Ds Piazzi
Articolo di Brianti Simone e Riccardo Lionetto
Parma, Veronese il nuovo tecnico della Primavera si presenta in conferenza
Nella giornata odierna è andata in scena la presentazione del nuovo organigramma del settore giovanile del Parma Calcio. La formazione crociata guidata dal Ds Piazzi, ha svolto un lavoro importante sin qui e non facile dopo il fallimento. La Primavera sta raccogliendo qualche buon risultato soprattutto al Torneo di Viareggio dove ha raggiunto per due anni consecutivi la semifinale. Nella scorsa stagione guidata da mister Catalano, la Primavera, ha avuto modo di crescere dal punto di vista tecnico e ora qualche ragazzo si trova a giocare con i Pro e qualche altro in prestito da Under per giocare con continuità. Da quest’anno però la Primavera sarà guidata da una nuova figura, Marco Veronese ex Vigor Carpaneto allenerà l’Under 19 crociata. Noi di Mondoprimavera.com eravamo presenti alla presentazione del tecnico, ed ecco il video delle parole di Veronese e del Ds Piazzi come riportate dal sito ufficiale del Parma calcio 1913:
LE PAROLE DI MISTER VERONESE E IL DS PIAZZI
Di seguito le parole del DS Piazzi:
“Ho parlato anche con altri allenatori ma lui mi è piaciuto, soprattutto, per le esperienze internazionali che ha avuto. Il fatto di aver lavorato all’estero ed aver collaborato con persone di alto livello, penso che dia possibilità di crescere ed imparare tante cose. Non è un corso da primo allenatore che ti qualifica, ma le esperienze che hai vissuto. E’ un ragazzo curioso e voglioso di far parte del progetto. Io credo che possa far bene. Il nostro vero obiettivo è far in modo che, tra qualche anno, i nostri ragazzi possano entrare a far parte della prima squadra. Cambio di guida tecnica? La scelta di cambiare tecnico l’abbiamo presa a fine campionato, dopo una riflessione insieme a Catalano. Quello che ha fatto da noi mi è piaciuto davvero molto, ha dato un’impronta importante e si è calato molto bene nelle nostre idee. Per quanto riguarda i risultati, a tutti piace vincere e anche per noi è così ma, come già detto, devono essere una conseguenza di una serie di prestazioni volte alla crescita dei ragazzi. Siamo una squadra giovane, inserita in un girone difficile con squadre ben attrezzate. Ma l’obiettivo è quello di intraprendere un percorso, anche biennale perché abbiamo tanti giocatori del 2002 in rosa, che riesca a portare i nostri ragazzi in prima squadra. Corvi e Kasa in prima squadra? Per noi è un motivo d’orgoglio avere dei ragazzi convocati in prima squadra. Ancor più d’orgoglio perché sono due ragazzi locali. Significa che hanno intrapreso un percorso ad ampio raggio attraverso il nostro settore giovanile e sono arrivati fino in fondo. Riforma dei playoff? La nuova riforma della Primavera 2 vede tre gironi, per un totale di ventidue partite. Secondo me sono poche, bisognava fare almeno due gironi. Se entri nelle prime sei del girone, il nuovo schema dei Play off, prevede che si giochino più partite e questo può essere un obiettivo se vogliamo (ride n.d.r). Per noi, la crescita dei ragazzi avviene attraverso le partite ed è per questo che speravamo in gare più numerose”.
Parola a Mister Veronese:
“Ho voglia di fare cose nuove, anche diverse da quelle dei settori giovanili in Italia. Vorrei sviluppare un calcio diverso. Spero di dare un contributo in base alle esperienze che ho vissuto da calciatore e da allenatore. Esperienze? Ho avuto la fortuna di collaborare con Di Biasi, un’ esperienza di altissimo livello anche se, con la nazionale, la gestione è diversa rispetto alla squadra di club. Ma, al di là di questo, ho visto aspetti del calcio totalmente diversi. Sono stato all’Alaves e ho visto un calcio all’avanguardia, con metodologie diverse ed un modo diverso di vedere il calcio. Dobbiamo prendere le cose importanti che fanno loro, senza snaturare la nostra cultura calcistica, metterle insieme e cercare di ricavare qualcosa di importante, in modo da confrontarsi con i giocatori e gli altri membri dello staff giovanile. Carriera professionale? La mia esperienza è particolare: ho smesso di giocare e, subito dopo, ho allenato la Juniores e la prima squadra del Pavia. Ho lavorato due anni con Pea a Monza ma, quando ho ottenuto il patentino, volevo cominciare ad allenare da solo. Ho accettato di collaborare con Di Biasi perché lui aveva una metodologia diversa: gli serviva un uomo che stava sul campo e, in base alle sue direttive, gestisse la tattica, l’allenamento e le analisi delle squadre avversarie. A quei livelli, ognuno ha il proprio compito e deve relazionarsi con gli altri membri dello staff, che non è una cosa semplice. Sia da giocatore, sia da allenatore, si sa, si hanno delle responsabilità. Uno deve dare sempre il 100% delle proprie possibilità. L’allenatore è importante per quello che dà ai ragazzi. I campionati, vinti o persi, dipendono dal gruppo: come ci si relaziona con gli altri giocatori. L’importante è avere un obiettivo comune e sposare la filosofia del mister. L’obiettivo è quello di preparare i ragazzi al salto tra i professionisti. Le responsabilità, dunque, sono dovute alla consapevolezza del lavoro che si fa. Risultati? Tutti dicono che i risultati c’entrano relativamente, ma poi tutti li guardano. Sono convinto che, se la squadra riesce a fare le prestazioni, alla lunga i risultati arrivano. Il risultato non viene mai per caso: dietro ci dev’essere un’idea di gioco precisa, diversa in base alle caratteristiche dei giocatori che si hanno in squadra. I risultati sono importanti ma, secondo me, la cosa importante in una squadra Primavera è la crescita dei ragazzi. La Primavera dev’essere collegata alla prima squadra. L’obiettivo è quello di portare ragazzi nella squadra maggiore con delle idee comuni per farli ambientare al meglio. Ci può stare che l’allenatore della Primavera abbia un’idea diversa, ma deve uniformarsi alla filosofia del mister della prima squadra. La Primavera è una categoria di supporto alla prima, un giocatore del vivaio, in caso di esigenza, deve salire con la prima squadra e, se serve, dovrà anche giocare. Girone difficile che può dare stimoli? Io credo che ogni squadra abbia del potenziale. L’allenatore serve a dare un aiuto per tirarlo fuori. Solo il tempo saprà dirci se la squadra si sarà rinforzata. Idea di gioco? Faccio fatica a spiegare la mia idea di gioco: sono dei miei principi che ho appreso in questi anni, ma sarebbe presuntuoso spacciarli come la Bibbia. In base alle caratteristiche dei giocatori, cercherò di fare alcune scelte rispetto ad altre. Per me è importante che il giocatore sia in condizione di esprimersi al meglio. Per quanto riguarda il campionato, in campo ci vanno gli uomini e non la maglia. I ragazzi del Parma saranno pieni di convinzione e di voglia di fare. La squadra dev’essere convinta della propria forza”.
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