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Warren Zaire-Emery, dall’ombra della Tour Eiffel al mondo: il classe 2006 nella Top 100 del Cies
La rubrica sui 100 giovani più esperti e talentuosi, ci porta a superare le alpi, nel versante francese. Sotto la Tour-Eiffel, sta crescendo uno dei talenti più precoci e predestinati del calcio mondiale: parliamo di Warren Zaire-Emery, centrocampista centrale che nel Paris Saint Germain dei grandi nomi sta cercando di costruirsene uno. E il Cies intanto punta i suoi riflettori su di lui
Warren Zaire-Emery, il 2006 alla conquista del Psg
E al momento potremmo dire “missione compiuta”: nella speciale graduatorio del CIES sui 100 giocatori U20 con più minutaggio nella stagione appena conclusa, il classe 2006 balza al quattordicesimo posto. 3558 i minuti passati nel rettangolo verde, spalmate in 43 partite stagionali arricchite da 3 gol e 7 assist: qualità spaventosa nel guidare la transizione positiva, dinamismo fuori scala e tonnellate di carisma, le armi più affilate nel suo arsenale di talento potenzialmente infinito. E c’è un ulteriore dato a fare impressione: nonostante la sua carta d’identità reciti 6 marzo 2006, il baby fenomeno ha già messo nella sua bacheca personale 5 trofei, tutti (o quasi) arrivati quando era ancora minorenne.
Due scudetti consecutivi, un Europeo U17, una Coppa e una Supercoppa di Francia: elenco destinato presto ad essere aggiornato, perché parliamo di un vero talento generazionale. Un giocatore che già all’età di 18 anni e 4 mesi è simbolo di garanzia di prestazione, di sicurezza a cui affidare le chiavi del centrocampo di uno dei club più blasonati in Francia e nel mondo. Una fiducia che però non arriva dal nulla per perdersi nel nulla, ma è frutto di una programmazione, il trionfo della visione di Galtier e Luis Enrique, allenatori che lo hanno aiutato a spiccare il volo non tarpandogli le ali.
La sintesi di un talento tutto da scoprire
Il 6 agosto 2024 è stato infatti il secondo anniversario dal suo esordio assoluto: avete capito bene, siamo davanti ad un evento epocale per la portata e il peso specifico di una scelta così coraggiosa. Contro il Clermont Foot, all’età di 16 anni, 4 mesi e 19 giorni, Warren Zaire-Emery muove i primi passi nel calcio dei grandi, un mondo che imparerà alla svelta a comprendere ed aggredire con una voglia e un carisma quasi da veterano. Nel primo anno di Ligue 1, a cavallo tra i suoi 16 e 17 anni, oltre a siglare il record come esordio più precoce nella storia del PSG e come primo 2006 di sempre in Francia, il ragazzo mette insieme 26 presenze con 2 acuti di formidabile talento e 917 minuti totali in campo.
Nella stagione seguente, le partite sono le stesse (26) ma il minutaggio raddoppia (1962, con una media di minuti in campo che passa dai 35,2 dell’annata precedente ai 75,4 di quest’anno). In Champions League il confronto è ancor più imbarazzante: 11 presenze nel 23/24, contro le 3 del 22/23, una semifinale giocata da assoluto protagonista e 905 minuti a bruciare il prato con le sue progressioni incontenibili, contro gli 82 dell’anno precedente. La media parla di 82,2 minuti per partita nella stagione appena conclusa, contro i 27,7 del 22/23.
Medie che fanno spavento e che raccontano di una ascesa certificata dalla fiducia di un sistema, che non guarda in faccia al prezzo del cartellino ma alle qualità e al talento impressionante del giocatore. Un contesto che di fronte alla frase “è un sedicenne, non ha ancora esperienza per giocare in prima squadra”, ha risposto “non mi interessa”. E ha calato un poker d’assi, vincendo la sua scommessa personale.
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