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Vecchi e l’esempio Juve per coltivare il talento: “Inter, lo dice l’esperienza. Dimarco ha rischiato di perdersi”

Vecchi, allenatore del Vicenza, conosce molto bene il settore giovanile e il mondo Inter: le sue dichiarazioni per coltivare il talento.

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Stefano Vecchi tecnico Vicenza

Stefano Vecchi, oggi alla guida del Vicenza, è stato tra il 2014 e il 2018 il tecnico dell’Inter Primavera, con cui ha conquistato tutti i principali trofei italiani. Con questa esperienza, Vecchi ha evidenziato l’importanza di un settore giovanile competitivo. Ora l’Inter sta lavorando alla creazione della seconda squadra, prevista per il 2025-26, un progetto che il tecnico sostiene fortemente. “È un passo fondamentale per valorizzare i giovani e prepararli al calcio professionistico” ha dichiarato il tecnico a Tuttosport.

Vecchi, l’Inter e le seconde squadre: l’esempio Juve

Sulla Primavera: “L’Under 19 ti presenta giocatori che dal punto di vista fisico non sono ancora maturi, ma è normale, lo sono da quello tecnico. Sul piano caratteriale e emotivo giocare in un settore giovanile è diverso rispetto alla Lega Pro per la pressione dei risultati. Nelle varie under qualche errore ti è concesso, quando varchi la soglia del calcio professionistico, no”.

Sulle seconde squadre: “Lo dice l’esperienza di chi l’ha già fatta. La Juve ha fatto un lavoro importante in questo periodo, tanti ragazzi della seconda squadra si sono imposti in bianconero o da altre parti. L’Atalanta sta proponendo giocatori. Il Milan ha appena iniziato e Camarda ha già giocato in A. In generale è uno step in più, che serve per avere ancora sott’occhio ragazzi che se magari mandi a giocare in altre realtà di B o Lega Pro non riceverebbero la stessa attenzione”.

Su Dimarco: “Lui ha sempre avuto un talento spiccato. Ma anche Dimarco ha rischiato di perdersi. Quando inizi a girare e sei sempre in discussione, non è facile, rischi. Federico è stato molto determinato, è un’altra sua grande qualità. Bravo a non mollare, a persistere, a non farsi sopraffare dalle difficoltà. La fiducia nei suoi mezzi lo ha aiutato a diventare un calciatore di livello mondiale”.

Sull’obiettivo del settore giovanile: “Di formare i giocatori, ma devono essere formati anche da un punto di vista mentale, quindi anche alla ricerca del risultato: tra i professionisti ti viene richiesto”.

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