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Var a chiamata, l’IFAB approva l’utilizzo: l’Italia lo vuole per Serie C e campionati giovanili
L’IFAB ha approvato l’utilizzo del Var a chiamata anche nei campionati professionistici e non solo: la richiesta della FIGC per l’Italia.
Var a chiamata: l’utilizzo in Italia
Il sistema, denominato “Football Video Support”, si distingue dal VAR tradizionale e si adatta a realtà dove non sono disponibili risorse per un VAR completo con sala dedicata e personale qualificato. In queste situazioni, il VAR a chiamata utilizzerà solo le immagini provenienti dalle telecamere disponibili, che saranno generalmente limitate a una, due o al massimo quattro, e sarà l’arbitro stesso a decidere, senza alcun supporto esterno. David Elleray, ex arbitro della Premier League e ora direttore tecnico dell’IFAB, ha spiegato che il sistema è stato concepito per essere utilizzato in competizioni con poche telecamere e che la decisione di cambiare un provvedimento dovrà essere “chiara ed evidente”. Questo sistema potrebbe trovare applicazione anche in leghe inferiori come la League One o la League Two, soprattutto nei Paesi con infrastrutture più limitate.
Per quanto riguarda l’Italia, l’idea di introdurre il VAR a chiamata potrebbe essere presa in considerazione anche per le categorie minori, come la Serie C o i campionati giovanili. La FIGC ha infatti richiesto ufficialmente all’IFAB di esplorare questa possibilità, con l’auspicio di estendere l’utilizzo del “Football Video Support” anche nel nostro paese, dove la sua applicazione potrebbe essere particolarmente utile in contesti con meno risorse a disposizione.
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