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Martinelli, dall’idolo De Gea all’esordio europeo: emozioni condensate in 90 minuti da sogno

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Martinelli Fiorentina

Un classe 2006 alla corte d’Europa. Non è utopia, perché per Tommaso Martinelli il 12 dicembre 2024 è una data da segnare nella propria storia, da tatuarsi nella memoria. L’esordio assoluto in Europa del portiere diciottenne è l’ennesimo piccolo capolavoro di una partenza di stagione costellata di masterclass per Raffaele Palladino.

Tommaso Martinelli, era scritto nelle stelle

“Esordio europeo e clean sheet, sono molto felice”. Forse non serviva la conferma, ma nel post partita Tommaso Martinelli ha tenuto a farci respirare tutta la sua gioia per qualcosa di enorme. Un gigante passo in avanti per un autentico predestinato, che arriva pochi giorno dopo la rivelazione sulla mancata titolarità in Coppa Italia contro l’Empoli. Scoperto da Aquilani nei suoi anni alla guida della Fiorentina Primavera, il classe 2006 ha cominciato a calare i guantoni prima contro i suoi “pari età”, poi ha iniziato a spostare gli orizzonti più in là. Il debutto tra i grandi nel palcoscenico internazionale è un altro segnale che certifica una crescita esponenziale, arrivata ai suoi ultimi step.

La gioia incontenibile e il carisma debordante di un “baby” che ragiona da “senior”

Con carisma e sfrontatezza. Nel post partita, come un animale da palcoscenico, si è preso i microfoni e se li è mangiati. Queste le parole di Martinelli a Sky: “In campo ero nella mia bolla quindi stavo bene. L’ansia l’ho provata solo nel pre partita. Il mister mi ha detto di stare tranquillo, mi ha ricordato che sono forte. De Gea è come un maestro, quando ho saputo la notizia del suo arrivo a Firenze non ci volevo credere. Cerco sempre di prendere qualcosa da lui, è un ragazzo d’oro e ho anche la fortuna di allenarmi con lui. In ogni allenatore cerco di prendere qualcosa, il mio principale mentore era Quintavalle, lo ho anche tatuato sul corpo. Buffon, Donnarumma e Savorani sono altri miei idoli, all’estero guardavo soprattutto Courtois e De Gea”.

Fenomeno, talento generazionale e mentore: De Gea acquisisce ancora più importanza nella storia personale e nella carriera del baby fenomeno della Fiorentina. Dopo aver segnato l’ultimo decennio tra i pali, l’idolo del classe 2006 dovrà quindi concretizzare un passaggio di consegna tra i pali. O un passaggio dei guantoni, fate voi.

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