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Strefezza, leader Como con un passato difficile: “Nella Primavera della Spal giocavo da solo”

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Ogni anno, migliaia di giovani in Italia inseguono il sogno di diventare calciatori professionisti. Un percorso lungo e tortuoso, spesso pieno di insidie.La strada che porta alla Serie A è ricca di imprevisti e di tanti sacrifici. La competività, la pressione psicologica e gli infortuni sono ostacoli di cui un giovane deve tenere conto per poter coronare il proprio sogno.

Un sogno che si fa ancora più duro per i calciatori stranieri, chiamati ad adattarsi ad una nuova cultura e ad una lingua diversa. Questo è stato il caso di Gabriel Strefezza. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello sport, Strefezza ha evidenziato quali fossero le difficoltà incontrate al momento del suo approdo in Italia.

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Strefezza e i problemi incontrati

La sua crescita calcistica è stata segnata anche da episodi extracampo: “L’inizio non è stato facile. Ho conosciuto quella che sarebbe poi diventata mia moglie a 15 anni, ho avuto la prima figlia appena maggiorenne e poi subito, quando lei aveva cinque mesi, ho lasciato il Brasile per venire in Italia”. La nascita della figlia ha segnato in positivo la vita di Gabriel Strefezza. Sì, perchè lo ha aiutato a maturare da un punto di vista umano. Nel 2016, la Spal decide di puntare su di lui, prelevandolo dal Corinthians: “Giocavo nella Primavera della Spal, non conoscevo la lingua, la cultura, nulla. Un’esperienza dura ma che mi ha fatto crescere tanto”. 

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