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Rico Lewis, la mano di Guardiola sulla Top 100 del Cies
Il nostro viaggio nella Top 100 dei giovani Under 20 più esperti e promettenti, stilata dal Cies, ci porta a Manchester, nella sponda “sky blue” della città industriale del cuore dell’Inghilterra. Sotto l’ala protettiva di Pep Guardiola cresce il talento di Rico Lewis.
Rico Lewis, il jolly nel mazzo di Guardiola
L’esigenza di un certo standard qualitativo, specie per un manager perfezionista e maniacale come Guardiola, diventa una ricerca ossessiva. Ci sentiamo di poter dire che con Rico Lewis, il leggendario allenatore capace di vincere due “triplete” (o “treble”, dipende da quale sponda della Manica pronunciate il termine) due volte e con due club diversi, ci ha visto lungo. Un vero coltellino svizzero, capace di adattarsi ad ogni tipo di partita, il classe 2004 fa parte di quella cerchia ristretta di autentici fenomeni che al pallone sanno dare del “tu” ma anche del “voi”, a seconda del contesto e della necessità. Terzino, ma anche mezz’ala, ma anche (perché no) rifinitore negli ultimi metri di campo: non esistono ruoli predefiniti per un giocatore come Rico Lewis, solo funzioni, che l’inglese sa svolgere benissimo.
Talento nel ricercare la giocata di tocco, enorme controllo di palla (che non gli scappa mai a più di due centimetri dal piede) e campo visivo da regista aggiunto. Il tutto, con grande rapidità nel primo passo e nel primo controllo. E’ l’esemplare perfetto di tuttofare, arrivato nel momento più giusto per permettere al City di completare il periodo di transizione da “big inglese” a “top club europeo”. L’esordio assoluto arriva il 13 agosto 2022, da lì in poi è amore a prima vista: alla prima stagione, subito “triplete” condito da una Champions League giocata a petto in fuori e da protagonista nelle notti di Gran Gala europeo.
Le statistiche della stagione 23/24
L’annata passata agli archivi nell’estate 2024, la seconda tra i professionisti, ci restituisce un Lewis sempre più consapevole. 27 presenze, 1608 minuti in campo e 7 apparizioni in Champions League, dove confeziona anche 3 assist (alcuni perfino decisivi, come quello dato a Foden a Lipsia per stappare la partita, o quello offerto a Bob per raddoppiare a Belgrado nel 2-3 esterno sulla Stella Rossa). La delusione arriva nel doppio confronto con il Real Madrid ai quarti, che non gli permette di alimentare il sogno di un “back to back” al primo piano d’Europa. Quest anno invece, il ventenne è chiamato al definitivo salto, in un’ecosistema al momento malato, ma che conosce l’efficacia dei suoi giovani talenti per rinascere.
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