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Pontedera, Agostini: “Giovani? Serve tempo, ma il calcio non aspetta”
Ecco le parole del nuovo tecnico del Pontedera
Inizia con grande entusiasmo l’avventura di Alessandro Agostini con il Pontedera in Serie C! In attesa dell’esordio ufficiale e delle prime gare di campionato, il tecnico toscano, fresco della sua esperienza con il Genoa Primavera, ha parlato in un’intervista dei giovani e in generale dell’organizzazione dei vari settori giovanili in Italia, soffermandosi in particolare sul suo nuovo club. Uno dei principali obiettivi di Agostini nella sua nuova avventura sarà sicuramente quello di valorizzare i giovani in prima squadra così da raggiungere i traguardi prefissati con la società al suo arrivo. Sicuramente le stagioni passate nel campionato Primavera e nei campionati giovanili saranno un fattore chiave per il lavoro sui baby talenti e soprattutto per il mercato del Pontedera.
Ecco le parole di Agostini durante l’appuntamento con ‘A Tutta C’ sulle frequenze di TMW Radio.
Sul Pontedera e l’importanza del lavoro…
“Assolutamente, per un allenatore sicuramente trovare una società come il Pontedera dove c’è modo di lavorare bene con i giovani è importante. Questo è un ambiente sano, una società solida e vanno fatti i complimenti alla dirigenza. Chi lavora in questa società sa fare il proprio mestiere e lo fa con passione, spero che in questo percorso ci sia modo di crescere insieme e magari raggiungere qualche obiettivo importante. Tutto passa dal lavoro”.
Sulle seconde squadre…
“Le seconde squadre sono un valore aggiunto per le società, dalla primavera al calcio dei grandi c’è un salto enorme e le società che possono contare sulle seconde squadre possono avere dei benefici. Chi riesce a fare le seconde squadre come Atalanta, Juventus e Milan rende ancor più competitivo il campionato e i vari gironi. Il ragazzo di valore e di prospettiva ha bisogno di un supporto anche dai compagni di squadra, servono dunque alcuni elementi di esperienza per farli crescere. Si fanno squadre con giovani molto interessanti ma possono peccare in esperienza, questo può condizionare i risultati sul campo e la crescita del ragazzo stesso”.
Sui giovani in Italia…
“Questa è una domanda difficile, abbiamo l’aspettativa di far giocare i giovani e poi non gli diamo la possibilità di sbagliare. È chiaro che quando si inizia a far giocare un giovane bisogna mettere in preventivo la partita negativa e qualche errore. Per crescere e migliorare bisogna sbagliare, per questo però ci vuole tempo e il calcio spesso non ti aspetta”.
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