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Percassi, Favini e la favola Atalanta: “Noi un modello? Non voglio essere presuntuoso. Zingonia cuore Dea”
Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta, ha parlato a Tuttosport del mondo nerazzurro: da Zingonia allo stadio e ai giovani.
L’Atalanta è un simbolo di Bergamo, radicata profondamente nel territorio e nella sua gente. La sua identità si fonda su tre pilastri: lavoro, territorio e giovani. Il lavoro è la base di ogni successo, un valore che permea ogni aspetto del club, dalla gestione alla preparazione sul campo. Il legame con il territorio è altrettanto forte, con l’Atalanta che rappresenta il cuore pulsante della città e della provincia.
E infine, la politica sui giovani, che non è solo una strategia, ma una vera e propria filosofia che permea il club: investire sui talenti locali e sviluppare il loro potenziale. Questa combinazione di impegno quotidiano, attaccamento alle radici e lungimiranza sui giovani ha portato l’Atalanta a raggiungere traguardi prestigiosi, inclusa la qualificazione in Europa. È una squadra che incarna lo spirito di Bergamo, capace di trasformare valori semplici in risultati straordinari. A Tuttosport ne ha parlato Antonio Percassi, presidente della Dea.
Atalanta, l’intervista a Percassi
“Io davvero non so se possiamo definirci un modello. E se devo essere sincero siamo stati noi a ispirarci molto agli altri, imparando un po’ da tutti in Italia e in Europa, traducendo poi quello che avevamo imparato a nostra misura e a quella del nostro territorio. Non so se siamo fonte d’ispirazione per qualcuno, non mi piace essere presuntuoso”.
“Tutelare i settori giovanili significa tutelare i ragazzi. E le attenzioni di tutti dovrebbero andare lì”.
“Zingonia è il cuore pulsante dell’Atalanta. Un uomo come Mino Favini ha fatto la fortuna del club, è stato uno dei primi architetti della favola Atalanta che oggi è portata avanti da Luca e da altri straordinari uomini che si dedicano al settore giovanile. La mia storia di uomo è nata a Zingonia. Io venivo da Clusone, un piccolo paesino e l’Atalanta mi sembrava una cosa enorme, mai avrei pensato di intrecciare la mia vita con quella dell’Atalanta, giocarci non era quasi neanche un sogno, ma qualcosa di più irraggiungibile e invece… Un osservatore mi notò in un torneo proprio a Clusone e da lì è iniziato tutto. Come uomo sono cresciuto a Zingonia e lì ho imparato molto, è stata una palestra e una scuola di vita e credo che lo sia ancora per molti”.
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