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Pau Cubarsì, l’ennesimo baby fenomeno del Barcellona nella Top 100 del Cies

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Pau Cubarsí

L’ennesima scommessa vincente della “Masìa”, il settore giovanile più influente nel calcio moderno. Il Barcellona ha trovato il suo leader difensivo per i prossimi due decenni. Si tratta di Pau Cubarsì, diciassettenne difensore centrale inserito anche nella Top 100 dei giovani Under 20 più esperti e talentuosi stilata dal Cies.

Pau Cubarsì, l’inizio del mito

Descrivere Pau Cubarsì è quanto di più affascinante ci sia. Non è solo il prototipo di difensore moderno, perché per come interpreta il ruolo è avanti anni luce. E’ una finestra aperta sul futuro, un giocatore che ha avuto un impatto devastante semplicemente perché è diverso dagli altri, perché pensa il calcio diversamente. La pressione? Non è minimamente contemplata, forse non esiste neanche nel suo vocabolario calcistico, formato da tonnellate di carisma, talento, visione e letture. Il modo in cui si è imposto al Barcellona è qualcosa che prevarica i confini della realtà e della teoria, perché ad un 16enne non sarebbe permesso di prendere la difesa di uno dei club più blasonati al mondo e ribaltarne completamente gli schemi e il rendimento. Rapidità, bagaglio tecnico sconfinato e una capacità di azionare la prima costruzione mai vista finora, almeno in un centrale difensivo.

Non a caso, un genio del calcio giocato come Xavi ha riconosciuto la qualità e si è lasciato trasportare nel suo mondo. Superando preconcetti come le gerarchie, perché quando un talento del genere si presenta al mondo va valorizzato. E allora subito dentro il 18 gennaio in Copa del Rey (esordio assoluto con assist, per non farsi mancare nulla) e il 21 gennaio 2024, con l’esordio assoluto in Liga a poche ore dal diciassettesimo compleanno in un 2-4 in casa del Betis. Cubarsì diventa uno di quegli esempi che ti danno consapevolezza di un cambio di paradigma: dopo di lui, il calcio non sarà più quello di prima, specialmente a Barcellona. Partite saltate dal suo esordio ad oggi? Fate una “o” con la mano e avrete la risposta: esattamente, zero incontri saltati da quel 18 gennaio ad oggi. In totale, sono 35 le presenze in tutte le competizioni (anche a livello giovanile) nel 23/24, con 2756 minuti totali disputati.

Alla conquista d’Europa

E adesso che i riflettori mondiali sono inevitabilmente puntati su di lui, la ricetta perfetta non cambia. Cubarsì gioca e puntualmente incanta, con una chiusura in tackle scivolato, con una traccia verticale millimetrica, o con una rincorsa di tempismo e agilità. Il suo gioco non ha potenzialmente difetti o limiti, adesso serve solo la fiducia di cui, ad onor del vero, ha sempre goduto. Con il Bayern Monaco nel 4-1 in Champions League è arrivata la consacrazione anche in Europa: ha interpretato la trappola del fuorigioco come un veterano e per ampi tratti della partita, ha cancellato dalla sceneggiatura l’opzione degli inserimenti delle mezze ali o dei fantasisti. Il tutto, facendo 1 solo fallo in tutto il match e concedendo praticamente zero nell’uno contro uno. Insomma, siamo d’avanti ad una perla rara, che splende come pochi nel panorama internazionale.

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