Pafundi-Losanna, Magnin smorza: “Lo aspettiamo come fosse Gesù…”

Simone Pafundi ha iniziato da pochi giorni la sua nuova avventura in Svizzera. Il classe 2006 ha deciso di salutare l’Italia e di trasferirsi al Losanna per giocare con più continuità di quanto fatto in questi due anni all’Udinese. Un’operazione anche importante per il club friulano che ha ceduto il trequartista in prestito per 12 mesi e con un diritto di riscatto per gli svizzeri attorno ai 15 milioni circa. Ora sta a lui dimostrare il suo valore e a tal proposito c’è grande attesa per il suo esordio. In conferenza stampa il tecnico della squadra ha voluto smorzare un po’ l’entusiasmo. 

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Simone Pafundi ai tempi dell’Udinese Primavera – MARTINA CUTRONA

Losanna-Pafundi, le parole di Ludovic Magnin

L’allenatore del Losanna, Ludovic Magnin, ha parlato in conferenza stampa riguardo l’arrivo di Simone Pafundi: “È un ottimo giocatore e saremmo felici se mostrasse quello che ha dimostrato finora nel calcio professionistico. Ma dobbiamo analizzare correttamente la sua situazione personale e per questo dobbiamo tenere i piedi per terra”. Ci sono stati tanti talenti nel corso degli anni e tanti si sono persi per la pressione: “Molti hanno avuto un’ottima carriera. Ma è difficile arrivare al livello di Maradona o di Del Piero. Stiamo parlando di un giovane giocatore di 17 anni che non ha mai giocato due partite di fila nel calcio professionistico. E noi lo aspettiamo come se fosse Gesù. Ma Pafundi non sarà il nostro Gesù”.

Pafundi e il possibile esordio con lo Zurigo

Questa sera il Losanna è impegnato sul campo dello Zurigo alle ore 20:30 per la 22esima giornata della Super League in Svizzera. Una partita importante e dove potrebbe esordire anche Simone Pafundi. Il classe 2006, infatti, è pronto per giocare dopo i primi allenamenti svolti con la nuova squadra e vuole dare il suo contributo per la lotta alla salvezza. Il club svizzero è attualmente al penultimo posto in campionato con appena 20 punti conquistati e deve trovare una svolta in questi mesi per non rischiare la retrocessione.