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Simic e l’addio al Milan: “Dette tante falsità…nessuna pretesa”

Jan-Carlo Simic, difensore classe 2005 dell’Anderlecht, ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a lasciare il Milan in estate.

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Simic
Milan Simic

La scorsa estate, Jan-Carlo-Simic ha deciso di lasciare il Milan. Dopo due anni, le strade sue e del Diavolo sono divese, con il serbo che ha accettato la corte dell’Anderlecht. Due stagioni, in cui è stato tra i protagonisti della grande cavalcata della Primavera verso la finale di Youth League. Quasi un anno fa, il difensore ha segnato all’esordio in Serie A, contro il Monza. Una giornata che non dimenticherà mai. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello sport, Simic ha parlato del suo addio al Milan e di tanto altro.

Simic, i ricordi al Milan, l’addio e Camarda

Prima del Milan, Simic ha vestito la maglia dello Stoccarda. A convincerlo ad accettare i rossoneri è stato Paolo Maldini: “La prima volta che ho messo piede a Milanello avevo 17 anni. Quando Maldini mi ha chiamato non volevo crederci. È stato un sogno, un’emozione. Immagina un adolescente che si ritrova al telefono con una leggenda, sopra una cyclette. Ma non ho nessun rimpianto per aver detto addio. Qui c’è un progetto per me”. 

Indimenticabile il gol segnato a San Siro contro il Monza: “La giornata perfetta. Entro, mi inserisco e segno di fronte a sessantamila milanisti. Sa, da piccolo facevo l’attaccante, quindi quel gol riprende un po’ della mia vecchia vita. I miei genitori, commossi, erano in tribuna. Loro e mia sorella avranno sempre il mio ‘grazie”. 

Simic ha parlato anche del rapporto che ha con Francesco Camarda: “Gli ho fatto da chioccia. Può diventare una grande punta. Non so dove ci porterà la vita, ma gli ho sempre dato dei consigli. Da difensore, in allenamento, mi capitava di dirgli come muoversi per non farsi anticipare dai centrali tosti come me. Deve continuare a lavorare a testa bassa e con umiltà”. 

Il 19enne ha evidenziato i motivi del suo addio: “Non esistevano altre opzioni se non la Serie A. E non è mai stata una questione di soldi. Hanno scritto tante stronzate sul contratto, lo scriva. Hanno detto che volevo più soldi, che avrei voluto giocare dall’inizio. Tutto falso. Avrei potuto far parte dei quattro centrali, ma non ho mai avanzato pretese”. 

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