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ESCLUSIVA – Diddi: “In Italia non si investe più sui giovani, ma si naturalizzano i calciatori stranieri”

Luca Diddi, attuale allenatore ed ex match analyst del Verona, ha parlato del calcio italiano, delle seconde squadre e dei giovani

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Luca Diddi
Luca Diddi

Il sistema calcio italiano deve essere rifondato. Un messaggio forte, di cui ormai tutti gli adetti ai lavori sono convinti. L’ultimo Europeo ha messo in luce i limiti del nostro calcio. “In Italia non si investe più sul nostro prodotto”. Per rilanciare la nostra Nazionale, bisogna ripartire dalle basi: i giovani.

Di questo e di tanto altro ne abbiamo parlato con Luca Diddi. Nato a Firenze, Diddi è stato allenatore delle giovanili della Pistoiese e del Carpi. Nel 2022, ha ricoperto anche il ruolo di match analyst del Verona. Inoltre, può vantare un profilo Instagram con 113 mila followers in cui parla di calcio a 360 gradi, con spunti interessanti sulla tattica e sul Fantacalcio. Luca Diddi ha parlato ai nostri microfoni. Ecco le sue parole.

LA NOSTRA INTERVISTA ESCLUSIVA A FILIPPO GALLI

Diddi, giovani italiani e confronto con l’estero

In Italia non manca il talento. Rispetto agli paesi però, gli allenatori hanno meno propensione a lanciare un giovane tra i grandi. “É sempre stata una mia battaglia. La Spagna, ad esempio, negli ultimi mesi ha vinto tutto, nel calcio e non solo. Per quale motivo? In Spagna si investe sul proprio prodotto e si cerca di valorizzarlo. In Italia, ci sono mille situazioni: sponsor, procuratori e la paura che prima debba farsi le ossa in Serie C. Nelle serie minori, il talento si disperde”. 

Come sottolinea Diddi, esistono però delle eccezioni: “Una volta, nel nostro paese si investiva sui giovani. Ci vuole coraggio, come quello avuto da Mihajlovic a far esordire in Serie A un giovanissimo Donnarumma. Per non parlare di chi ha fatto esordire a 16 anni Totti e Del Piero. 

Segnali incoraggianti sono arrivati in queste prime giornate di campionato: “Thiago Motta non ha avuto il timore nel lanciare in Serie A due giovani come Mbangula e Savona. La mentalità di un allenatore innovativo, che ha messo in panchina un calciatore come Danilo per far giocare un ragazzino. Senza di lui, forse, entrambi giocherebbero ancora nella Next Gen…”

Nazionali giovani e Milan Futuro

Negli ultimi due anni, l’Italia ha raggiunto importanti risultati a livello giovanile, vincendo gli Europei U19 e U17. Come si può spiegare questo divario, a livello di risultati, con la nazionale maggiore. Luca Diddi sembra avere le idee ben chiare: “Quanti ragazzi che hanno vinto con l’Italia, a livello giovanile, giocano attualmente in Serie A? Nessuno. In Spagna, più della metà giocavano in Liga. Siamo in un sistema che non dà spazio ai talenti. Andiamo a naturalizzare i calciatori stranieri per farli giocare nella nostra Nazionale”. 

Il Milan Futuro può essere un’interessante fucina di talenti: “Perchè il Milan ha deciso di tener Jovic e di non puntare su Camarda. Un calciatore che a mio parere non ha niente a che fare con la Serie C è Jimenez. Mi ricorda il primo Saelmaekers Chi mi ha colpito? Mattia Sandri. Un centrocampista ordinato, che ha verticalità e che non forza mai la giocata. Un calciatore su cui il Milan, prima squadra, può puntare a partire da gennaio. Occhio anche a Comotto, altro giovane potenzialmente forte”.

Campionato Primavera e Fantacalcio

Da quest’anno, il Primavera 1 è diventato un campionato U20. “Una scelta che condivido a metà. Ci sono molte squadre che fanno giocare i giovani sotto età. Il campionato Primavera è uno step fondamentale per la carriera di un calciatore. Una volta era considerato come l’ultimo step prima del passaggio diretto in prima squadra”. 

Diddi non ha dubbi su quali potrebbero essere le rivelazioni del Fantacalcio: ” Impazzisco per Kowalski e Bernabè del Parma. Sono contento della crescita che sta avendo Fazzini dell’Empoli”.

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