Notizie
Inghilterra, Myles Lewis-Skelly in rampa di lancio. E l’Italia? Le differenze col mondo azzurro
Alla scoperta di Myles Lewis-Skelly, giovane difensore dell’Arsenal a segno all’esordio con la Nazionale inglese.

Il primo gol in Nazionale non si scorda mai. Difendere i colori del proprio paese è un’emozione unica, tanto più se arriva da giovanissimi. Ne sa qualcosa Myles Lewis-Skelly, l’ultimo gioiellino cresciuto in casa Arsenal, che ieri sera è sceso in campo da titolare nella sfida tra Inghilterra e Albania. E che al 20′ del primo tempo ha messo a segno la sua prima rete con i Tre Leoni, sfruttando il suggerimento di Bellingham per battere Strakosha e portare gli inglesi in vantaggio. Ma chi è il giovane classe 2006? Qual è stato il percorso che l’ha portato a vestire la maglia della Nazionale? E quali sono le differenze fra i giovani inglesi e gli azzurri di Luciano Spalletti?
Inghilterra, la carriera di Myles Lewis-Skelly
La carriera di Lewis-Skelly è fortemente legata all’Arsenal, club che lo ha cresciuto nel corso degli anni attraverso il proprio settore giovanile. Proprio con le Under dei Gunners il giovane difensore si mette in mostra, tanto da entrare subito nel giro della Nazionale inglese: già nella stagione 2021/22 sono 10 le presenze con l’U16 del proprio paese, di cui una con la fascia da capitano al braccio. Nei due anni successivi il classe 2006 inizia a racimolare le prime esperienze con i grandi, alternandosi tra la Primavera e l’U23 dei londinesi. Sono 43 le presenze totali fra il 2022 e il 2024, di cui 25 in Premier League 2, dove mette a segno anche 1 gol e 1 assist.
Si arriva così alla stagione attuale, con Mikel Arteta che non ha paura a lanciarlo nella mischia nei minuti finali della sfida d’andata contro il Manchester City per sostituire l’infortunato Timber. Un segnale importantissimo, soprattutto in avvio di stagione. E dopo qualche mese di rodaggio nelle varie coppe nazionali (in particolare in EFL Cup) ecco che da dicembre Lewis-Skelly diventa uno dei titolarissimi di Arteta. Undici presenze nelle ultimi 13 gare, 9 delle quali da titolare, che gli valgono la convocazione in Nazionale da parte di Thomas Tuchel. E da titolare alla prima con i Tre Leoni, ecco che arriva il gol: imbucata di Jude Bellingham, con il terzino che brucia in velocità Balliu per infilare il pallone in rete. Un gol dal sapore sicuramente speciale per un giocatore così giovane.
Inghilterra e Italia, quali sono le differenze?
In Italia, invece, c’è un solo giocatore classe 2006 che ha già vestito la casacca della Nazionale: Simone Pafundi, subentrato contro l’Albania nella sfida del 16 novembre 2022. E dire, però, che con il nuovo corso di Luciano Spalletti la Nazionale azzurra ha aperto le porte a tanti giocatori giovani: sono 12, ad esempio, i giocatori nati dopo il 1° gennaio 2000 convocati dal CT azzurro in questa sosta, contro i 10 chiamati da Tuchel. Ma se si guarda ai giocatori nati dopo il 1° gennaio 2002 risulta evidente la differenza. Dei 12 citati sopra solo 4 hanno meno di 23 anni (Udogie, Calafiori, Casadei e Ruggeri), una percentuale pari al 33%. Guardando in casa inglese, invece, sono 6 gli U23 chiamati da Tuchel, ovvero il 60% dei giocatori convocati nati dopo il 2000.
Un discorso simile si può applicare anche alle rispettive Nazionali U21. Ad esempio, i giocatori nati prima del 31 dicembre 2002 sono solamente 3 per gli azzurrini di Carmine Nunziata (Pirola, Bianco e Sebastiano Esposito), ben 9 invece quelli attualmente convocati dai Tre Leoni. Ma se si valuta l’età media della squadra i numeri cambiano: l’Inghilterra U21 ha un’età media pari a 21,00 anni, contro i 21,88 dell’Italia. Quasi un anno di differenza. Anche a livello giovanile è come se si preferisse puntare su giocatori già affermati, dando sì continuità al progetto, ma impedendo a volti nuovi di mettersi subito in mostra. E la differenza sta anche nella gestione da parte dei club dei giovanissimi. Pafundi, il più giovane dei 25 convocati di Nunziata, ha giocato 85 minuti in stagione tra Losanna e Udinese. Ethan Nwaneri, classe 2007 dell’Arsenal, è a quota 1087 minuti stagionali, con 19 presenze in Premier League condite da 3 gol e 1 assist.
SKELLY-INGHILTERRA, YAMAL-CUBARSì IN SPAGNA E L’ITALIA? GIOVANI E MENTALITÀ: LE DIFFERENZE SI VEDONO
Ora serve guardare al futuro
Cosa ci dicono questi dati discordanti? Sicuramente, non che in Italia manca il talento. Contro la Germania Udogie e Calafiori hanno disputato un’ottima partita, e nell’U21 di Nunziata figurano nomi importanti come Sebastiano Esposito, Giovanni Fabbian, Tommaso Baldanzi e Fabio Miretti. Tutti giocatori che si sono già affacciati in Serie A, e anche con una certa costanza. Manca forse, allora, il coraggio di lanciarli, di far compiere loro il grande salto. E in un contesto di ricostruzione, di avvio di un nuovo progetto, questi giocatori possono sicuramente dire la loro. Toccherà al CT Spalletti valutare con attenzione i progressi dei giovani italiani da qui a fine stagione. Perché per ripartire e per ricominciare a sognare, bisognerà sfruttare al meglio tutte le risorse che i nostri settori giovanili sfornano ogni anno.
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook