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Leny Yoro, leadership e letture difensive nella Top 100 del Cies
Il nostro viaggio nella Top 100 dei giovani Under 20 più esperti e promettenti, stilata dal Cies, ci porta a Manchester, nella sponda “red” della città. Da Lille all’Inghilterra, con un biglietto sola andata che recita “62 milioni“. E’ questa infatti la cifra sborsata dallo United per sbaragliare la concorrenza (che si chiamava Real Madrid) e portare all’Old Trafford Leny Yoro.
Leny Yoro, scherzi del destino
Il difensore centrale che si è messo nel taschino Mbappé, e che qualche mese dopo avrebbe potuto giocare insieme all’ex Psg. Leny Yoro è infatti quel giocatore che, con la maglia del Lille, ha suonato una melodia mortifera per l’attaccante francese, cancellandolo quasi dal campo nella scorsa stagione in un confronto diretto stravinto. Non male come biglietto da visita, ma ci sono altri numeri impressionanti ad arricchire la sua presentazione.
Classe 2005, filiforme per conformazione fisica ma scattante per indole e presenza atletica, Yoro è talento puro nelle scelte difensive, che ha sfoggiato in 44 occasioni lo scorso anno. Anche 3 gol all’attivo, ma negli occhi e nella mente di chi lo abbia visto almeno una volta giocare, c’è indubbiamente la sua straordinaria vena nelle letture, nell’interpretare e prevedere le scelte degli attaccanti con qualche tempo di anticipo. 3690 minuti (media di 83 per partita) che gli hanno permesso di attirare le sirene dei grandi colossi d’Europa.
Un inizio condizionato dalla sfortuna
L’inizio dell’avventura all’ombra dell’Old Trafford rimane purtroppo un neo su cui il centrale francese può fare poco. Il serissimo infortunio che lo ha subito tolto dal campo, non gli ha permesso di adattarsi al contesto della Premier League. Soltanto il 4 dicembre, nella sconfitta esterna contro l’Arsenal, Yoro ha fatto il suo esordio davanti al suo nuovo pubblico (ovviamente in versione ridotta, da trasferta). 97 minuti con la maglia dei “red devils” non sono ancora abbastanza per tirare le somme: servirà ora tempo e pazienza, con la consapevolezza che il talento c’è e va solo stimolato.
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