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Lazio, Baroni guarda anche al futuro: dieci giovani in prima squadra
Marco Baroni, allenatore della Lazio, vuole dare uno sguardo anche al futuro: dieci giovani chiamati per gli allenamenti in prima squadra.
La Lazio guarda al futuro e Marco Baroni, tecnico biancoceleste, conferma l’attenzione al vivaio. Dopo la vittoria contro il Bologna, che ha dato morale e rilanciato le ambizioni della squadra, il tecnico ha voluto premiare dieci giovani talenti del settore giovanile, tutti classe 2008. Un segnale importante per il progetto di crescita a lungo termine, basato anche sui giovani. Come riportato da Gazzetta Regionale.
Lazio, Baroni chiama dieci giovani
Per la prima volta, si sono aggregati alla prima squadra Macerata, De Angelis e Buonafede, tre nomi che fanno parlare di sé nel settore giovanile laziale. La convocazione per gli allenamenti è un riconoscimento al loro impegno e alle loro qualità tecniche. Macerata, centrocampista elegante e dalle idee chiare, De Angelis, difensore centrale solido e con personalità, e Buonafede, attaccante rapido e tecnico, hanno tutti sfruttato al massimo l’occasione di mettersi in mostra.
Non è la prima volta invece per Di Marzio, Noto, De Fraia, Calvani, Callarà, Romanelli e Zangar. Questi giovani talenti, già convocati durante la stagione, iniziano a diventare una presenza ricorrente negli allenamenti della prima squadra. Tra loro spicca Zangar, centrocampista dinamico e dotato di grande visione di gioco, oltre a Romanelli, attaccante che unisce tecnica e capacità realizzativa.
La scelta di Baroni non è casuale: integrare i giovani con i grandi rappresenta una strategia per favorirne la crescita personale e professionale. Gli allenamenti con giocatori esperti sono un’opportunità preziosa per comprendere il livello di competizione richiesto in Serie A.
Questo investimento sui classe 2008 conferma la filosofia del tecnico, che intende costruire una Lazio capace di garantire continuità nel tempo. Il coinvolgimento dei giovani è una componente fondamentale, non solo per il loro sviluppo, ma anche per infondere un senso di appartenenza alla maglia.
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