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Jamie Bynoe-Gittens, l’uomo in più del Borussia Dortmund nella Top 100 del CIES

Jamie Bynoe-Gittens, giocatore del Borussia Dortmund, è uno dei 100 migliori prospetti Under 20 inseriti in questa speciale classifica.

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Jamie Bynoe-Gittens
Jamie Bynoe-Gittens

Il Cies (osservatorio calcistico) verso la fine di aprile ha riportato un report stilando i 100 giocatori U20 con più minutaggio nell’ultimo anno. E’ stato calcolato ogni singolo minuto in gare ufficiali con club e Nazionali (maggiori e U21) oltre al livello sportivo di ogni impegno. Facendo un’ampia scrematura, siamo giunti ad analizzare coloro che hanno performato ancor di più in termini di tempistiche nei massimi campionati mondiali. Dopo avervi parlato del 6oesimo, Ibrahim Osman, ora tocca avanti al numero 59 della lista. Ecco di chi si tratta.

Chi è Jamie Bynoe-Gittens

Il calciatore di oggi è una misticanza di culture: nato in Inghilterra (a Londra) da genitori barbadiani, affermato nel calcio tedesco prima e internazionale poi. Il suo nome è Jamie Bynoe-Gittens, altro gioiellino formato in una delle migliori scuole calcistiche giovanili, il Borussia Dortmund. Il piccolo Jamie muove i primi passi in patria, tra Reading e Manchester City, per poi completare il suo processo di formazione in Germania con la squadra della Ruhr.

Non è l’unico ad esser passato da Manchester, sponda Blues, ai gialloneri tedeschi. Il suo percorso ricorda un pò quello di Jadon Sancho, anche lui inglese. Jamie, però, dopo un biennio con la formazione Under 19 del Borussia, viene lanciato in Prima squadra, con la quale fa il suo esordio nell’aprile 2022 nella vittoria roboante contro il Wolfsburg, della quale vi abbiamo parlato qualche giorno dapprima per il gol di Tom Rothe.

Il passaggio intermedio

La stagione per lui inizia nel peggiore dei modi: la rottura dei legamenti alla caviglia lo tiene ai margini per parte del campionato. Alla ripresa, si guadagna la palma di migliore dei suoi in Youth League, siglando sei reti in appena cinque gare, con conseguente approdo in prima squadra. Pronti, via e al primo ingresso stagionale (alla seconda di campionato) sigla la sua prima rete in Bundesliga. I buoni propositi vengono arrestati a causa dell’ennesimo infortunio, questa volta alla spalla.

Una volta reintegrato, gli si vengono concessi scampoli di partita, e per lui altro non è che pane per i suoi denti. Il Dortmund arriverà a perdere il titolo solamente all’ultima curva, così come si vede sottrarre il calciatore più rappresentativo, Jude Bellingham. Nella fucina di talenti passati per Dortmund, lui è l’ultimo della longeva dinastia, anche se continua a collezionare scampoli risultando spesso decisivo.

La chiave di volta

Per coloro che non sono appassionati di Bundesliga si fatica a percepire un talento così cristallino, il quale, però, decide di esibirsi anche nella scala del calcio, a san Siro con il Milan in Champions, partita nella quale viene lanciato definitivamente. In questa avvio di stagione, l’epilogo sembra lo stesso, risultando più decisivo in termini numerici.

Alla prima di campionato, dopo un rinnovamento in estate, il Borussia del neo-tecnico, Nuri Sahin, fatica a trovare la giusta quadra e gli spunti offensivi, i quali svaniscono con l’ingresso del classe 2004. Sigla una doppietta in mezz’ora e risulta una spina costante nei fianchi. Anche in Champions la partenza è stata impattante: sblocca e bissa il punteggio con il Club Bruges in trasferta, si guadagna il penalty – poi trasformato da Can – del momentaneo vantaggio nel parco divertimenti dell’altra sera contro il Celtic.

Il suo processo di maturazione che deve compiere è quello di risultare decisivo non solo a gara in corsa, con i ritmi più bassi e con meno forze fresche in campo, bensì di dare continuità anche dal 1′. Oggi ala sinistra, in passato anche a destra o da seconda punta (nelle giovanili). Driblomane, capace sia di venire verso il centro del campo che di andare sull’esterno, salvo poi cercare la sterzata all’ultimo sul piede forte, il destro. Rapidissimo nel breve ed esplosivo nel lungo, creando spesso superiorità numerica una volta ricevuto il pallone. Ogni tanto eccede, si piace troppo ed erroneamente compie la scelta sbagliata; poi, però, ci si ricorda l’età e non si può fare altro che mea culpa.

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