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Gravina sul vincolo: “Togliendolo, perché i club dovrebbero investire sui giovani?”
Il pensiero di Gravina sul vincolo sportivo e le seconde squadre
Giungono altre importanti dichiarazioni dalla conferenza stampa che ha tenuto quest’oggi Gabriele Gravina, presidente della FIGC. Dopo aver parlato in lungo e in largo delle problematiche riguardanti lo sviluppo dei giovani e dopo aver confermato la fiducia in Luciano Spalletti, il numero uno della Federazione ha parlato anche del vincolo sportivo e delle seconde squadre.
Gravina sulle seconde squadre e sul vincolo
Per fortuna siamo arrivati a tre seconde squadre importanti, ma se poi ti portano in tribunale significa che ci sono dei limiti oggettivi. Si parla di valorizzare i giovani, ma poi si arriva a un provvedimento di legge che impone l’abolizione del vincolo sportivo. Se non fosse intervenuta una norma pubblicata ieri mattina, tutti questi ragazzi al 30 giugno sarebbero stati svincolati. Allora mi chiedo: come può una società investire sui giovani? Il problema non è quanto spendi, ma avere dei ritorni da quella spesa. Se tu dici a un’Atalanta, per esempio, che dal 1° luglio tutti i suoi ragazzi saranno liberi di accasarsi altrove, perché dovrebbe investire sul settore giovanile? Sta avvenendo una razzia mai vista nella storia del calcio europeo e del calcio italiano in modo particolare.
Campionato Primavera: la critica di Gravina al sistema
Nel corso della conferenza stampa, Gravina ha parlato con toni piuttosto duri del tema riguardante l’aumento dell’età nel campionato Primavera 1. Di seguito il suo pensiero.
“L’utilizzo dei giovani è un fatto culturale ma poi ci sono i numeri. Il 67% dei nostri calciatori sono stranieri in A, noi abbiamo il 32% di giocatori selezionabili. Dato più o meno in linea con altre realtà, ma stiamo resistendo strenuamente alla richiesta di liberalizzare la possibilità di tesserare gli extracomunitari. Anche la Serie B, un campionato di formazione, ha presentato richiesta per almeno un altro extracomunitario. Non c’è l’atteggiamento culturale per capire che per risolvere difficoltà un asset sono i vivai. Non capiamo che lavorare coi giovani non è costo ma investimento, al nostro interno ci sono resistenze. Nelle selezioni giovanili cerchiamo di ringiovanire, poi nel campionato Primavera aumentano l’età”.
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