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ESCLUSIVA – Laurino sul settore giovanile del Cesena: “Castorri sondato in estate. Ho un grande rimpianto”
Giacomo Laurino, ex responsabile dell’attività di base del Cesena, ci ha parlato di tanti giovani del Cesena cresciuti nel vivaio.
Le mansioni dei direttori sportivi è vero essere allettanti, ma richiedono un’enorme conoscenza, una continua applicazione e un persistente studio effettivo sul campo. Abbiamo parlato con Giacomo Laurino, uno che ha vissuto ogni realtà, ha girovagato a destra e manca e ci ha istruito sul modus operandi di una delle migliori società in ambito giovanile dell’Emilia Romagna: il Cesena.
Oggi Giacomo Laurino è il direttore sportivo del Desenzano del Garda, club nordico di Serie D, ma in passato – oltre ad esser stato l’elemento principe di tante altre realtà di Serie D – è stato anche Responsabile dell’Attività di Base del Cesena nel biennio 2008-2010. Noi di Mondoprimavera.com abbiamo raccolto in esclusiva le parole dell’intervista, che riportiamo qui sotto testualmente.
Laurino sull’operato a Cesena
“Io ci ho lavorato per tre stagioni e quello che ti posso dire è che c’è una cultura insita nel territorio cesenate. E’ un territorio talmente ricco, florido e fidelizzato a quel cavalluccio marino che è realmente facile lavorare per Cesena. Cesena ha una storia di sessant’anni, c’è un senso di appartenenza, di legame nel territorio romagnolo, anche nelle zone limitrofe.
Il ragazzino bravo, però, tendenzialmente va a Cesena: questo per dirti il legame che si viene a creare qui. Per struttura, appartenenza e cultura calcistica, il settore giovanile del Cesena è uno dei migliori a livello Nazionale. Anche negli anni del post-fallimento sono venuti fuori diversi giocatori importanti, vedi i gemelli Shpendi, Francesconi, Pieraccini, Tommaso Berti… tutti ragazzini che nel momento del fallimento della società non hanno avuto quelle chiamate importanti, riuscendo poi a emergere oggi.
Nonostante il fallimenti, quindi, il Cesena è riuscito a sfornare giocatori; dove sia la magia, la pozione magica questo non te lo so dire, però il territorio è veramente tanto ampio a livello numerico, oltre ad una cultura del lavoro che arriva da prima che arrivassi io”.
Il legame oggi con il mondo cesenate
“Io fino allo scorso giugno ho sempre lavorato in Emilia-Romagna, tranne la breve parentesi all’Arezzo. Sono rimasto sempre vicino a quella realtà, ho tanti amici a Cesena e sì, sono rimasto legato al mondo cesenate. Ogni volta che vado a vedere una partita al Manuzzi della prima squadra ho i brividi; così come quando viene intonata “Romagna mia” o tutti quei 10-12mila spettatori sempre presenti”.
Suliani, uno dei volti con lei a Corticella
“Daniele Suliani è un talento, un giocatore di grande qualità tecniche. L’anno scorso lo presi a Corticella perché ho grande stima di lui sia come ragazzo che come calciatore, per la quale credevo fosse funzionale al tipo di calcio che facevamo lo scorso anno con Miramari. Gli auguro il meglio perché è un ragazzo di principi, di valori, con una famiglia seria alle spalle.
È un giocatore che conosco fin da bambino e mi auguro possa fare il salto in categorie superiori. È un centrocampista dinamico, con grandi letture, imbucate, tiro da fuori. Non è sicuramente 1,90 m ma è un giocatore completo per tanti aspetti”.
I nomi più caldi: i gemelli Shpendi
“I gemelli Shpendi a cavallo tra i 13-14 anni fecero il provino con tutte le realtà di Serie A e B del territorio. Ti parlo da responsabile scouting della Spal di allora, quando la Spal era in A: nessuno mai li ha presi. Giocavano nel San Marino, erano bravini e avevano talento, erano solo i classici tardivi a livello fisico. Hanno sempre mostrato di avere qualità, ma nessuno di noi era convinto che potessero diventare ciò che sono diventati. Bravo il Cesena per averci creduto e per averli portati avanti fino alla fine”.
Gli altri grandi nomi
“Francesconi uguale. Me lo ricordo da bambino alla Virtus Faenza; lui è faentino di Reda, un paesino vicino a Faenza. Nasce e cresce nella Virtus, poi va all’Imolese, anche lui andò al Cesena e dal fallimento fu attenzionato da Bologna, Parma, Sassuolo, ma nessuno poi lo prese.
Ha avuto una crescita fisico-tecnica negli ultimi anni che lo hanno permesso a giocare oggi in prima squadra. E’ sempre stato un buon giocatore, una mezz’ala, offuscato in quegli anni da giocatori che andavano per la maggiore e che rubavano più gli occhi: Casadei e Maltoni, che poi andarono al Bologna e Lo Giudice, poi all’Atalanta.
È stato bravo Matteo (Francesconi, ndr) a lavorare con testa bassa e a togliersi delle soddisfazioni oggi. Lo stesso Pieraccini: piccolino, ma aveva grande dinamicità , velocità, tecnica, letture, intelligenza calcistica superiore. Pagava un pò il fisico, però ha fatto un percorso importante e ora è un altro ragazzino che si toglie le sue soddisfazioni”.
LAURINO E LE PAROLE SU CASTORRI
Il più grande rimpianto?
“Bella domanda. Il primo nome che mi viene in mente è Antonio Raimondo, attuale giocatore del Venezia in prestito dal Bologna. Andò a Cesena quando io ero già andato via; provammo a prenderlo alla Spal. Io e il direttore eravamo innamorati di lui, ma purtroppo scelse il Bologna e oggi ci sta dando ragione”.
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