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Fuga di Cervelli – I talenti italiani all’estero: alla scoperta di Andrea Natali

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Andrea Natali

Una fuga di cervelli è un comportamento socialmente diffuso, specialmente tra i giovani, che consiste nel cercare nuovi stimoli o condizioni migliori per sviluppare il proprio talento. Nel calcio, specialmente quello italiano, questo meccanismo si sta diffondendo a macchia d’olio negli ultimi anni. Una situazione che impoverisce i nostri settori giovanili, costringendo prospetti sulla carta fortissimi, a cambiare abitudini e contesto per brillare. E’ il caso di Andrea Natali, immenso talento e splendido protagonista dell’Europeo Under 17 vinto dall’Italia, che ha cambiato squadra da pochi giorni. Il classe 2008, già lontano dal nostro paese da qualche stagione, si trasferisce dal vivaio del Barcellona a quello del Bayer Leverkusen. Una scelta di carriera che testimonia come Natali sia assolutamente consapevole che per trovare in futuro minutaggio e chance in prima squadra, al momento la Serie A non sia il contesto adatto.

Natali: Europeo U17 da protagonista e futuro in Germania

Il difensore centrale è reduce inoltre da un Europeo giocato da leader, con tonnellate di carisma e letture da fuori categoria. Dopo una falsa partenza, con l’espulsione all’esordio (fortunatamente indolore) contro la Polonia, il nativo di Milano torna dopo lo stop forzato contro la Slovacchia con altre consapevolezze. Forte (e col senno di poi decisiva) la scelta di Favo di affidargli fascia da capitano alla partita seguente. Un match in cui Natali telecomanda il reparto arretrato nell’1-2 inferto alla Svezia, che regala primato nel girone e quarto di finale con l’Inghilterra. Contro i tre leoni, il ruggito più forte lo tira lui: dal dischetto non trema e manda avanti l’Italia nel punteggio. Tra semifinale e finale, è pulito e deciso negli interventi: insomma, un uomo in missione, che grazie ad un lavoro perfetto di reparto permette agli azzurri di tenere la porta inviolata in entrambe le occasioni.

Esemplificative le parole di Enzo Raiola, suo procuratore, intervistato qualche giorno fa a Radio Sportiva: “Andrea viene dal Barcellona, club che negli anni ha sviluppato tanti giovani. La sua scelta è stata puramente sportiva: posso confermarvi che nel mio lavoro la scelta sui ragazzi post-settore giovanile è di mandarli all’estero. Vuoi per scelte tecniche, vuoi per i percorsi, sono prettamente concentrato sullo sviluppo fuori dall’Italia. È l’unico modo per fargli fare un certo numero di partite. Ho provato negli anni ad appoggiarmi alle leghe minori, ma è difficile. Ho ragazzi 2005 e 2006 in Belgio e in Olanda, da loro farli giocare è normale, da noi non è la priorità. Andrea dal primo momento ha detto che preferiva non venire in Italia ma avvicinarsi alle prime squadre all’estero. Il Leverkusen è quella che più ci ha convinti ma non è una questione di soldi quanto di avvenire, di futuro”.

L’Italia (non) è un paese per giovani?

Dichiarazioni forti, che dimostrano come anche nelle intenzioni dei ragazzi italiani ci sia un piano diverso. Un’idea differente rispetto allo stallo e alle attese interminabili del nostro sistema calcistico, che parcheggia i giovani talenti inseguendo il successo sul breve-medio periodo. Non considerando, poi, che le fondamenta di quel successo vengano costruite spesso partendo dalla freschezza di ragazzi di qualità e volenterosi di aggredire il futuro davanti a sé. I casi lampanti sono quelli di Barcellona (club che ritorna più volte all’interno di questa storia, non casualmente) e Real Madrid. Due società che hanno disegnato decadi di dominio continentale basandosi sul proprio settore giovanile, sono solo la punta di un grande iceberg. Un ragionamento accompagnato anche da un dato impietoso: solo il 19% dei ragazzi provenienti dalla Primavera, riesce a debuttare direttamente in Serie A, senza entrare nel solito e insensato vortice delle categorie minori. Insomma, siamo davanti ad un paradosso, ad un cortocircuito culturale che si autoalimenta e che continua ad allargare la forbice nel livello calcistico e nell’esperienza ottenuta dai giovani di altri campionati rispetto ai nostri.

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