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Dall’Inghilterra alla Spagna: i migliori talenti U21 fatti in casa
In un mondo, quello del pallone, in cui girano cifre esorbitanti per qualsiasi calciatore, a maggior ragione se con ampio margine di miglioramento, è interessante vedere come sia uno il fattore che accomuna la storia di molti U21 di questo europeo. Il coraggio degli altri. Ora risulterebbe banale parlare dei migliori giovani U21 che si stanno prendendo il panorama europeo e di quello mondiale. Cosa c’è dietro di loro? L’audacia e il coraggio nello schierarli in campo, mettendo da parte per un attimo il risultato, che poi è consequenziale dell’ottimo lavoro svolto precedentemente.
Bellingham e Mainoo: i ‘due’ Leoni
Partendo dai nomi più acclamati. Jude Bellingham, tuttocampista del Real Madrid di Carlo Ancelotti. Il classe 2003 è figurato ad hoc nella sua prima stagione in maglia blancos, risultando decisivo in parecchie occasioni, specie nei minuti conclusivi (così come con l’Inghilterra agli Europei). Prima di approdare nella capitale spagnola e ancora prima a Dortmund, non va dimenticato come sia nato e cresciuto (calcisticamente e non solo) a Birmingham, squadra inglese che l’ha fatto esordire in prima squadra. Lui ricambia con una cessione provvidenziale per il club. Con i 25 milioni di sterline incassati, infatti, la società britannica riesce a salvarsi e per omaggiarlo decide di ritirare il suo numero di maglia, il “22”.
Restando in Inghilterra, non possiamo non citare Kobbie Mainoo; lui che dall’Inghilterra mai si è spostato. All’età di nove anni entra a far parte del vivaio dei Red Devils, club storico con il quale esordisce nel gennaio del 2023 in Efl Cup. Dà sfoggio del suo talento nell’immediato in Fa Cup e in Premier League. Per la Nazionale, dopo tutte le trafile, arriva la prima apparizione anche in quella maggiore nel marzo di quest’anno, nell’amichevole persa con il Brasile di Endrick. Southgate decide di puntare su di lui per gli europei in Germania, dove si guadagna il posto strada facendo.
L’aquila Wirtz
Per rimanere in una delle nazionali più valorose di questa edizione: la Germania di Nagelsamann. La formazione tedesca è stata capace di legare un mix di esperienza e gioventù in un perfetto matrimonio. E a proposito di giovani, ce n’è uno che più si è contraddistinto: trattasi di Florian Wirtz. Un passato nelle giovanili del Colonia, fu prelevato nel mercato invernale della stagione 19-20 dal Bayern Leverkusen per una cifra simbolica – oggi – di 200.000 euro. Ci si aspettava una svolta nella sua carriera, ed eccola qua: titolo della Bundesliga con il Leverkusen e miglior giocatore del campionato – in doppia cifra alle voci gol e assist -, ora si sta addirittura consacrando con la sua Nazionale.
I giovani terribili di Portogallo e Turchia
Proseguendo con quello che è l’identificazione dei giovani U21 arrivati alla fase finale di Euro2024, va fato un salto prima in Portogallo e in Turchia. I lusitani sono parsi ancora troppo ancorati e ligi alla figura di Cristiano Ronaldo, che ha deresponsabilizzato i suoi compagni di reparto. Una squadra ricca di giovani fuoriclasse, con un valore di mercato già alle stelle. È il caso di Joao Neves e Antonio Silva, rispettivamente classe 2004 e 2003, visti solo nella sconfitta con la Georgia. I due non hanno avuto modo di mostrare le proprie capacità tecniche a differenza di quanto si possa aver visto in stagione nella seconda squadra del Portogallo. Due pilastri della squadra capitanata da Schmidt, già vittoriosi di un campionato portoghese e di una Youth League con l’U19 con la squadra B del Benfica.
L’unica porzione d’Italia giunta fino alle fasi finali è rappresentata da Vincenzo Montella. Con la sua Turchia ci ha regalato uno dei giochi più innovativi e identitario in questa edizione. Sotto la lente d’ingrandimento sia Arda Guler che Kenan Yildiz. Il primo ha mantenuto – se non addirittura fatto meglio – le aspettative, mentre per il bianconero è stato un europeo senza infamia e senza lode. Il classe 2005 contro la Georgia è diventato il più giovane debuttante a fare un gol durante un Europeo a 19 anni e 114 giorni, superando Ronaldo. Poi l’assist contro l’Austria e infine quello contro gli Orange per il momentaneo vantaggio prima della rimonta incassata. Scovato la scorsa estate dai blancos, Guler ha militato con il Gençlerbirliği e con il Fenerbahce prima dell’esordio proprio con i gialloblù.
Spagna, la forza della Masia
Dulcis in fundo, la Roja del Ct De La Fuente, coraggioso nel cavalcare l’onda dei suoi ragazzi in stato di grazia. Nico Wiliams piuttosto che Pedri, passando per Fermin Lopez e giungendo a Yamine Yamal – senza dimenticarsi di Gavi, out per infortunio -. L’ultima è stata la grande stella della Spagna in questa edizione degli europei e trovando il gol decisivo per la vittoria in semifinale contro la Germania. Grazie alla quale è entrato nella hall of fame nelle massime competizioni diventando il più giovane nella storia di Europei o Mondiali a segnare un gol. Ma ancor prima, sono le prestazioni ad aver innalzato il livello di maturazione di un ragazzo ancora in fase adolescenziale e senza patente nel portafoglio. Spesso va ricordata l’età…2007.
Annotazione a parte va fatta per un altro baby gioiello U21 della rosa allestita da De La Fuente. Trattasi di Fermin Lopez, nonostante non lo si sia praticamente visto. Dinanzi a lui mostri sacri dal calibro di Fabian Ruiz, Rodri, Pedri e Dani Olmo. Il baby gioiello della Masia sarà un punto fermo per il futuro, anche del Barcellona. Già quest’anno con i suoi 8 gol in 31 presenze in campionato ha fatto spalancare gli occhi agli addetti ai lavori, De La Fuente compreso. Il Ct spagnolo lo ha voluto con sé per questa spedizione.
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