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Esposito: “A Camarda consiglio un’esperienza all’estero”
Le parole dell’attaccante blucerchiato sul classe 2008 del Milan
Negli ultimi giorni, Francesco Camarda è tornato a far parlare di sé. Notevole infatti il gol con il Milan, stavolta nel campionato Primavera 1, in occasione della sfida contro il Cagliari. Infatti il bomber rossonero riesce a siglare il gol del momentaneo 3-0 con una grande giocata che gli permette di saltare il difensore e di procedere con il tocco sotto che termina in rete e non lascia speranze al portiere avversario.
Il giovane prodigio però attira l’attenzione anche fuori dal campo. Infatti in settimana Adidas ha organizzato un evento a cui il classe 2008 ha preso parte insieme ad una delle leggende più iconiche del calcio italiano: Alessandro Del Piero. Oltre ai consigli dell’ex numero dieci bianconero, qualche giorno fa sono arrivate anche le parole di Sebastiano Esposito in un’intervista esclusiva realizzata da Cronache di spogliatoio. Andiamo a scoprirle insieme!
Un inizio molto simile
Sebastiano Esposito ha voluto dare qualche consiglio a Francesco Camarda, classe 2008 agli albori della sua carriera ma che sta già ricevendo molte pressioni e aspettative importanti. Anche Esposito si è ritrovato in una situazione simile ad inizio carriera, soprattutto nel momento in cui è venuto a contatto con la prima squadra, esordendo in Serie A e segnando il primo gol con la maglia dell’Inter. Momenti indimenticabili, da cui l’attaccante però ha anche imparato qualcosa. Con questa esperienza in più dunque, il calciatore della Sampdoria parla così di Camarda: “Consiglio di non pensare mai di essere arrivato. Io l’ho visto perché seguo anche la Primavera e mi piace anche il suo atteggiamento, che è una cosa importante. Ecco, vorrei che questa cosa fosse normale per lui”.
Un futuro all’estero
Continuando l’intervista, Esposito poi vuole dare un consiglio diretto e concreto al classe 2008, attraverso il quale Camarda potrebbe crescere e migliorare notevolmente: “Se c’è la possibilità, andare a fare un’esperienza all’estero gli può far bene. Vai all’estero, ti isoli da tutta la pressione, da tutta la cultura del calcio italiano, che a volte è veramente pesante. All’estero non è così, dopo la partita si finisce. A un giovane, per farlo crescere, secondo me serve fare molto di più un percorso all’estero…e poi è un altro tipo di calcio. Per me all’estero giocano molti più giovani rispetto all’Italia. Perché in Italia abbiamo la cultura che il giovane se fa due partite bene diventa il nuovo Cristiano Ronaldo e se ne fa due male diventa uno dei più scarsi.”
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