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Carrarese, Guarino: “A 14 anni ho lasciato casa, che emozione la vittoria a San Siro. Su Baldanzi e Pio Esposito…”

Gabriele Guarino, difensore quest’anno in forza alla Carrarese, ha parlato della sua esperienza all’Empoli e l’esperienza al Mondiale U20.

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Guarino Italia U20

Gabriele Guarino è una delle note liete della Carrarese in questa stagione. Il difensore lo scorso fine settimana ha trovato il suo secondo gol in cadetteria contro il Bari, squadra che gli ha permesso di passare all’Empoli all’età di 14 anni. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il difensore ha parlato del suo percorso nel vivaio toscano.

Carrarese, ecco Guarino: arriva dall’Empoli

Guarino e l’esperienza nel vivaio dell’Empoli

A 14 anni il trasferimento all’Empoli: “Mi notarono dopo un torneo a Monopoli. Andare via di casa a quell’età non è semplice, senti la mancanza della famiglia e provi tanta nostalgia. Lo stile di vita cambia e ti ritrovi a dover essere quasi un adulto: badare a te stesso, affrontare i problemi, competere in maniera sana con 20 bambini che inseguono il tuo stesso sogno”.

La crescita lontano da casa: “Sapevo che era la mia grande possibilità e non potevo lasciarla andare. I primi mesi sono stati complicati, poi mi sono ambientato. Con l’Empoli ho completato tutta la trafila: dall’U15 alla Primavera. Nel 2022 sono pure arrivato in prima squadra”.

La Serie A solo sfiorata: “Luperto mi ha dato tanti consigli, anche Caputo. Mi dicevano quali movimenti fare, come marcare gli attaccanti per metterli in difficoltà. Ero in panchina quando abbiamo vinto contro l’Inter a San Siro con rete di Baldanzi. Un’emozione incredibile”.

Guarino, l’esperienza al Mondiale U20 e l’amicizia con Baldanzi

Su Baldanzi: “Siamo molto amici, con i ragazzi di quel gruppo ci sentiamo spesso. C’erano anche Pisilli, Casadei. Partivamo sfavoriti, al debutto nel girone sfidammo il Brasile. Ma al 35’ eravamo già avanti 3-0. Peccato per la finale persa negli ultimi minuti contro l’Uruguay. Eppure, conservo un ricordo bellissimo di quel giorno”.

A La Plata ci aveva raggiunti Roberto Baggio. Entrò nello spogliatoio prima della finale, era emozionato quanto noi. Ci raccontò della sua finale a Usa ‘94, capiva come ci sentissimo. Com’era andata, lo sapevamo. Proprio per quel motivo dovevamo vincere, anche per lui”.

Un doppio rammarico non aver compiuto l’impresa: “Piangevamo tutti, quella sconfitta ci ha fatto crescere. Roby è tornato dopo la gara per consolarci. Ci ha abbracciati uno a uno. L’umiltà di un campione è in questi piccoli gesti”.

Pio Esposito e il salto in Serie A

Su Pio Esposito: “È un attaccante fortissimo, gli auguro di continuare a essere decisivo”.

Il salto in Serie A: “Sarebbe un sogno, così come vestire la maglia della Nazionale. Nell’ultimo anno non ho trovato spazio, avevo bisogno di un’opportunità. Sapevo di essere pronto e l’ho dimostrato”.

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