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“In Italia si pensa al risultato immediato”: De Rossi, i giovani e le idee per il futuro
Alberto De Rossi, dirigente della Roma, segue da sempre i giovani nel settore giovanile e a Il Messaggero ha parlato di idee e futuro.
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Alberto De Rossi, storica figura del calcio italiano e protagonista del settore giovanile della Roma, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sul panorama calcistico giovanile italiano in un’intervista a Il Messaggero. Secondo De Rossi, i giovani calciatori italiani faticano a emergere come veri campioni a causa della crescente distanza tra i ragazzi e la pratica del gioco.
“C’è sempre meno rapporto palla-ragazzo”, ha spiegato, sottolineando come un tempo i ragazzi trascorrevano ore a giocare a calcio per strada, mentre oggi questo non accade più. Il tecnico suggerisce che solo riproponendo quel tipo di gioco libero e spontaneo, si potranno ottenere risultati tangibili in futuro, “probabilmente tra 10 anni”.
De Rossi, i giovani e le idee per il futuro
Un altro aspetto critico del sistema calcistico italiano riguarda la difficoltà dei giovani che, nonostante risultati promettenti nelle giovanili, non riescono ad affermarsi in Serie A. De Rossi individua la causa principale nel divario tra la Primavera e la Prima squadra, una distanza che in Italia risulta ancora troppo marcata.
“Nei paesi stranieri i giovani giocano, in Italia no, perché i club pensano al risultato immediato”, ha detto, suggerendo che un cambiamento radicale nella gestione delle giovanili potrebbe aiutare a colmare questa lacuna, con un forte supporto alle seconde squadre.
De Rossi, però, non si limita alla critica, ma propone soluzioni concrete, come dimostra il lavoro svolto con la Roma. Il suo obiettivo è chiaro: “Vogliamo portare i giocatori in prima squadra”. Attualmente, nella Primavera giallorossa, giovanissimi come i ragazzi del 2007 stanno già giocando a livelli superiori rispetto alla loro età, mettendo in pratica il suo progetto di valorizzazione precoce del talento.
In questo contesto, non è solo il club della Roma a voler riportare il calcio giovanile alle sue radici, ma anche suo figlio Daniele, che sta cercando di applicare questo modello all’Ostiamare. “Vuole fare un campo d’asfalto, uno di sabbia e uno di erba”, ha raccontato Alberto, riferendosi alla passione di suo figlio per il gioco libero, come quello che lui stesso ha vissuto da ragazzo.
Un messaggio chiaro e forte: per far crescere i campioni di domani, è necessario tornare a giocare per strada, a reinventare il calcio come gioco, e non solo come attività strutturata e competitiva.
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