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Corradi: “Dare un limite all’uso degli stranieri nei vivai può essere un tema. Su Camarda…”

L’analisi e il pensiero sui giovani e su Francesco Camarda in un’intervista concessa dal ct dell’Italia Under 20 Bernardo Corradi.

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Bernardo Corradi, tecnico Italia U20

Ai margini del Social Football Summit Snack all’Arena Civica di Milano, era presente anche il commissario tecnico dell’Italia U20 Bernardo Corradi. Tra i temi trattati c’è anche la crescita dei giovani in Italia. Il ct azzurro ha sottolineato l’importanza di avere pazienza, il lavoro delle Nazionali Giovanili si vedrà tra diverso tempo: “E’ abbastanza ciclico, in alcuni momenti la Nazionale è stata scoperta in certi reparti. L’Under 19 ha Camarda e Ekhator, giocatori che sono in pianta stabile con i big e che giocano in campionato. Il processo di valorizzazione e crescita necessita di tempo, il buono che stiamo facendo nelle Nazionali giovanili si vedrà fra un po’ di tempo ma il talento in Italia c’è”.

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La crescita di Camarda: il pensiero di Corradi

“Sono tutti ragazzi giovani, non scordiamoci che hanno 15-16-17-18 anni e devono fronteggiare certi tipi di pressione. Queste fanno crescere, ma in certe situazioni possono anche schiacciarti. Club e Nazionale devono accompagnare. Lui ha doti spiccate sia fisiche che tecniche, è in un processo di crescita, è bello per me vedere il tipo di atteggiamento e la capacità che ha di isolarsi. Si vedono catapultati sui giornali e sui social a 17 anni, per me sono bravi a mantenere il giusto focus”.

Sui giovani e il poco spazio concesso

Sul poco minutaggio concesso dai club ai giovani: “Il tipo di cambiamento non è immediato, ma anche il dare un limite agli stranieri nei campionati giovanili potrebbe essere un tema. Alcuni vedono la propria crescita rallentata, anche se sono dell’idea che chi ha talento alla fine arriva”.

Fare esperienza all’estero: “La verità sta nel mezzo: io ho avuto esperienze all’estero, in Inghilterra fra un giocatore maturo di 30 anni straniero e un ragazzo cresciuto nel settore giovanile tutti vogliono il secondo. Dovremo aspettare un po’ di più i nostri giovani perché sono bravi”.

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