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Juve Next Gen, Chiellini: “Seconde squadre? È arrivato il momento di uno step successivo”

Claudio Chiellini, responsabile della Juve Next Gen, ha parlato ai canali ufficiali del club sul progetto, le nuove idee e il futuro. Le sue dichiarazioni a 360 gradi con uno sguardo alla prima squadra.

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Claudio Chiellini
Claudio Chiellini

Claudio Chiellini, Head of Next Gen Area della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale bianconero. Il dirigente della seconda squadra della Vecchia Signora ha affrontato molti temi riguardanti la Next Gen e non solo. Da un primissimo bilancio sull’inizio della stagione al progetto dell’U23 bianconera, ecco le parole di Chiellini.

Chiellini, l’inizio della Juve Next Gen, il percorso e progetto: le sue parole

Sull’inizio di stagione: “Siamo partiti sulla falsariga della scorsa stagione, con una sconfitta iniziale che ci ha fatto subito capire le difficoltà del campionato. La rosa è quasi completamente nuova, con solo 13 giocatori rimasti dallo scorso anno: è normale per una squadra come la Next Gen cambiare tanto e amalgamare tutti in un gruppo non è qualcosa che succede in poco tempo. Nonostante questo, dalla prima alla seconda partita si è già visto qualcosa di diverso, vuol dire che il lavoro di Paolo Montero sta già cominciando a fare il suo effetto”.

Sul percorso: “Sarà sicuramente un percorso lungo, come quello dell’anno scorso, con tante difficoltà. Dovremo essere bravi e intelligenti a superarle, perché quest’anno le problematiche non saranno solo tecniche e di campo, ma anche logistiche: siamo infatti precursori anche nel calendario, perché per la prima volta da quando esiste questo criterio di suddivisione dei gironi di Serie C una squadra del nord è inserita nel raggruppamento del sud”.

Sul progetto della Next Gen: “Abbiamo visto nascere il progetto Next Gen, ed è qualcosa che ci rende incredibilmente orgogliosi. E parlo di tutto il ‘sistema’ Vinovo, di chi lavora nelle giovanili, dall’attività di base alla fascia agonistica. La crescita dei giocatori è qualcosa che coinvolge il lavoro di tutti. E quindi, se un progetto funziona, e soprattutto crea valore, il merito è condiviso.

Partiamo da un dato, chiaro e visibile. Oggi il numero 10 della Juventus è un calciatore che fino a dicembre dello scorso anno, quindi fino a 9 mesi fa, era il numero 10 della Next Gen. Questo dato ha un significato forte. Senza dimenticare la promozione in prima squadra di Savona, Mbangula e Rouhi. La crescita dei nostri ragazzi e il loro approdo in prima squadra è diventata una costante negli ultimi anni.

Ma continuerei a sottolineare con forza come questo sia il frutto di un buon lavoro da parte di tutti. Savona, per anni, ha condiviso con Nicolussi Caviglia la navetta da Aosta per venirsi ad allenare a Vinovo. Questo è un piccolo esempio di come tutti abbiano la loro parte di responsabilità e di merito in quello che stiamo facendo. Il progetto Next Gen non consiste solo nel far crescere giocatori, ma anche nel creare e sviluppare figure lavorative che possono ambire ad arrivare a lavorare in prima quadra alla Juventus. Penso a dirigenti, allenatori, segretari, match analyst, fisioterapisti, dottori, preparatori atletici, magazzinieri. La Next Gen è un progetto che sviluppa competenze in ogni settore e che rafforza l’appartenenza”.

Chiellini, la nuova idea e la Primavera

Sulle nuove idee: “La vera novità della Next Gen rispetto a quando non c’era è stata l’aver permesso ai ragazzi uno step nei professionisti rimanendo all’interno del club. Ho cominciato a lavorare in Juventus come responsabile dell’area prestiti nel 2014. Capisco perfettamente tutte le difficoltà che può vivere un ragazzo uscito dal settore giovanile nell’affrontare le prime esperienze in prestito in un altro club. Sono molto contento quindi che altre squadre, come Atalanta e Milan, abbiano intrapreso il nostro stesso percorso.

Secondo me adesso è arrivato il momento di uno step successivo. I tempi sono maturi per creare di nuovo una tavola rotonda con le Leghe e imprimere una nuova accelerazione per dare la possibilità ad altri club di creare e di iscrivere la propria seconda squadra non solo in Serie C, dove ogni anno si libera al massimo un posto per il ripescaggio. Allargare la possibilità di iscrizione alla Serie D eliminerebbe molte problematiche strutturali legate agli stadi. E darebbe una grandissima visibilità anche a un campionato competitivo in cui, non dimentichiamolo, sono cresciuti calciatori che oggi giocano anche alla Juve, come per esempio Gatti e Cambiaso”.

Sull’età della Primavera: “Personalmente sono contrario a questa riforma che alza l’età media del percorso di settore giovanile di un calciatore. Va controcorrente con quello che succede in quasi tutti gli altri paesi europei dove dall’Under 18 si passa direttamente alle seconde squadre”.

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